.. I I JJescatori del Delta padano delle angt1ille, ma in gennaio e febbraio· abbandonano di nuovo la pesca, divenuta poco redditizia a causa delle cattive condizioni meterologiche, e vanno a tagliar la canna. La piuma viene pagata dalle ditte appaltatrici 85 lire al chilo; un uomo può raccoglierne di norma 30-40 chili al giorno, e in ogni caso non più di 50 chili, guadagnando quindi da 2.500 a poco più di 4.000 Ire al giorno; la ca,nna viene pagata 150-200 lire al fascio (ogni fascio a una circonferenza al piede di m. 1,20 e un peso di 25-30 chili). Un « cannarolo » può arrivare a raccogliere 15 e fino a 20 fasci al gio·mo, guadagnando quindi fino a 4.000 lire al giorno 1 ; si tratta tuttavia di un lavoro, faticosissimo, dato che la canna cresce nel pantano, ed anche rischioso, usandosi per il taglio un falcetto affilatissimo e non essendo i << cannaroli » assicu,rati (l'assistenza assicurativa e mutualistica cessa auto·maticamente no·n appena il pescatore abbandona, sia pure temporaneamente, la pesca per dedicarsi ad altro lavoro stagionale). Comunque, il guadagno - sia per la raccolta della piuma che per il taglio della canna - è quasi sempre superiore a quello medio di una gio,rnata di pesca, anche se svolta in buone condizioni metero 1 logiche. Il lavoro negli zuccherifici richiama, ogni anno che passa, un numero sempre minore di stagionali, poiché in questa in,dustria le macchine sostituisco,no rapidamente gli uomini; la campagna saccarifera, per di più, incominciando in agosto• e concludendosi al principio· di ottobre, impegna proprio nel momento in cui si devono preparare le •reti e gli attrezzi per la pesca delle anguille. Alcuni pescatori (soprattutto fra gli iscritti alla coo•perativa di Dona.da, no,n attrezzati per la ferma) preferisco,no emigrare in Germania per la campagna saccarifera, dal principio di 6tto 1 bre alla metà di dicembre, dove guadagnano per tutto il periodo di lavo-ro - in genere come scaricatori - da 300 a 400.000 lire. Mentre i pescatori di Gorino si dedicano, oltre che alla pesca, agli stessi lavori stagionali dei pescatori veneti, e soprattutto, alle campagne della piuma e della canna, i pescatori di Goro, attrezzati per la pesca marittima, pescano in ogni stagione, e comunque non si impegnano in altre attività quando le condizioni meterologiche e le basse maree non permetto·no la pesca. Nel 1965 il movimento finanziario del mercato di Goro (a cui accedono regolarmente anche i pescatori di Gorino e di Santa Giulia) è stato di 689.347.675 lire, dalle quali si deve detrarre il solito lO~u di tra tenute sul mercato: il resto viene distribuito tra circa 520 p1escatori, che possono quindi contare su un reddito medio annuo di circa 1.300.000 lire pro capite. Inferiore però a tale cifra media è. senz'altro il reddito dei pescatori di Gorino, che pescano co1 n le stesse tecniche di quelli del Polesine rodigino, con scarso capitale, nelle sacche e nei fiumi, e. che presentano il pesce in cattive con·dizio,ni a causa del 121 Biblio.ecaginobianco
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