Nord e Sud - anno XVI - n. 109 - gennaio 1969

' I I pescatori del Delta padano « cogoli », reti a imbuto che imprigionano il pesce); le anguille vengono poi conservate nelle cosiddette « marotte » - casse galleggianti chiuse e forate, perché al prodotto non manchi l'acqua - finché uno dei pescatori non è incaricato di portare il pesce al mercato. La ferma delle anguille è praticata soprattutto, nelle borgate polesane e a Gorino, zone particolarmente attrezzate per questa attività che richiede barche piccole e maneggevoli. Il denaro ricavato dalla vendita delle anguille (a seconda della zona assegnata, ciascun pescatore può contare su un utile che va da 400-500.000 lire al milione) viene riservato al saldo, dei debiti che nel corso dell'anno so,no stati fatti per i bisogni della famiglia 11einegozi dei generi di prima necessità - come è semp·re stata abitudine di queste borgate - e destinato in parte ad affrontare le eventuali grosse sp•ese per il mantenimento delle barche, per il rinnovo delle reti e delle attrezzature, e infine per il miglioramento della casa e (da quando è stato accettato dalla maggio,r parte dei pescatori l'obbligo, di mandare i figli a scuola fino ai 14 an-ni) per l'acquisto dei libri e del materiale didattico. I pescatori frequentano di rado il mercato: appena sbarcati affidano le cassette di pesce ai figli o alle donne e si rifugiano all'osteria, dove consumano la loro colazione composta di panini imbottiti ~ vino. Le donne curano i rapporti sia con il mercato che co,n la cooperativa; gli uomini preferiscono non assistere alla vendita. Il mercato si svolge ad asta discendente fin da quando so,no stati costruiti i mercati coperti, nel decennio 1930-40 (prima di questa data i commercianti all'ingrosso, detti « ricevitori », e i dettaglianti - tutti locali - chiamati a Goro « zavagnin », compravano il pesce direttamente dai pescatori sulla banchina, dopo averli richiamati con il suono di una specie di corno). Una quarantina di compratori abituali, fra grossisti e dettaglianti, frequenta il mercato di Goro, il maggiore della zo,na; una quindicina frequenta i due mercati di Scardovari e di Donada; ancor meno quello• di Pila, scomodo da raggiungere e scarso di prodotto. I commercianti stanno sedut,i o,rdinatamente sui banchi davanti all'astatore, che propone il prezzo di partenza, espresso in scudi, moneta convenzion·ale che vale 5 lire. Dal prezzo di partenza l'astatore scende finché un commerciante non accenna di ~ssere disposto all'acquisto. Non viene mai fissato un prezzo minimo per u,na partita di pesce e il pescatore di solito non interviene per bloccare il p1rezzo a una somma ·che gli convenga, benché in teoria possa farlo; ma egli non h·a alcun interesse· a ritirare la s.ua merce, perché i mercati non sono attrezzati a conservare il pesce invenduto, essendo privi di celle frigorifere; e non esiste alcuna altra possibilità di collocamento al di fuori del mercato stesso. 115 Bibiib~ecaginobianco

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