Francesca Borin 3. I sistemi di pesca non sono cambiati in 1nisura degna di nota da un secolo e mezzo in qua; piuttosto è da notare il delinearsi, negli ultimi dieci anni, di una differenziazione tra la pesca della zona ve11eta e quella della zona ferrarese. I pescatori veneti hanno apportato un unico miglioramento alle loro barche: un piccolo, motore, fuoribordo i11genere, che no·n consente lo,ro di uscire in mare aperto. La flottiglia resta vecchia, composta di barche molto piccole, lunghe per la maggior parte da 4 a 7 metri e aventi una stazza lorda da 5 quintali a una tonnellata (massimo una to,nnellata e mezzo). La maggior p·arte dei pescato,ri esce in mare a notte alta e ritorna entro la mattinata (i mercati ittici della zona veneta restano aperti soltanto di mattina, e il pescato•re deve necessariamente vendere il prodotto appena pescato). Essi pescano nelle insenature dai margini paludosi che smerlano iJ lito·rale fra i lobi deltizi, quelle che la topo,nomastica chiama « sacche » (sacca di Scardovari, sacca del Canarin, Buson); o pescano alle foci dei vari rami del Po e nel fiume stesso, (ma la pesca esclusivamente fluviale è meno praticata che in passato, e viene lasciata soprattutto ai braccianti, che la esercitano,, come ho1 già detto, nelle stasi dei lavori agricoli; i pescatori di professione hanno tutti la licenza di pesca marittima, che naturalmente vo-gliono sfruttare). Tornano nel porticcioilo - un braccio di Po protetto da uno scanno, come è il porto di Scardovari, o una fila di piccoli moli di sassi o di tavole di legno, addossati all'argine del fiun1e, co-me sono quelli di Porto Levante, di Pila, di Santa Giulia - con una quantità di pesce solitamente scarsissima: pochi cl1ili di anguille, di cefali, di passere, di acquadelle o, peggio, di scardove, di cui è molto ricca la laguna, ma che, essendo usate come mangime negli allevamenti di trote, vengono pagate dai grossisti intorno a 50 lire al chilo. Si potrebbe paradossalme11te dire che l'attività peschereccia svolta dalla fir1e di febbraio alla metà di setten1bre sia supplementare alla . ferma autunnale delle anguille, detta « fraina », che decide il reddito annuo del pescato·re. In settembre le singole cooperative che radunano i pescatori dei vari villaggi si incaricano· di distribuire tra i soci le zone di pesca, di grandezza variabile a seconda del numero degli uomini che co,mpongo•no la « compagnia » di pesca e a seconda dell'attrezzatura dispo·nibile. Per il periodo, della pesca - da otto,bre alla fine di dicembre, durante i mesi cioè jn cui le ang1tille ridiscendono in mare dopo aver deposto le uova nei fiumi - l'intero, gruppo si trasferisce nella zona assegnata, perché è necessario il controllo costante delle reti (per la pesca delle anguille viene usata una rete fissata al fo,ndo della laguna a mezzo di pali e interrotta a distanza regolare dai cosiddetti 114 ibiiotecaginobianco
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