Nord e Sud - anno XVI - n. 109 - gennaio 1969

I Recensioni avvia11do a maturità le i,mprese del settore, sopraggiunse la cr1s1 economica del 1893. Con essa il disagio toccò il culn1ine, poiché allo squilibrio strutturale, consistente nell'eccedenza del 50% dei lavoratori rispetto alle effettive occasioni di lavoro, si aggiunse il calo delle commesse della Marina. Guppy tentò di adeguarsi alle circostanze, come aveva sempre fatto, anche quando si era trattato di investire in altre attività commeroiali parte dei capitali. Ma stavolta incontrò difficoltà nel convertire lo stabilimento alle costruzioni ferroviarie. Tale produzione era, infatti, in netto aumento in Italia, dopo che l'assegnazione all'estero delle commesse da parte delle società ferroviarie straniere aveva esercitato un notevole freno sul decollo dell'economia italiana. Entravano intanto in vigore i Provvedimenti speoiali per Napoli del 1904, che, assieme ad agevolazioni daziarie, contenevano importanti misure come l'assegn-azione all'area napoletana di un ottavo delle costruzioni del materiale mob,ile ferroviario. De Rosa coglie con esattezza che fu proprio in quel periodo, a causa delle forti disponibilità finanziarie, richieste dall'aumento di produzione, che il capitale straniero cominciò a ritirarsi subentrando ad esso le iniziative settentrionali. Lo stabilimento Guppy passò alle Officine Meccaniche di M,ilano, mentre l'azienda di Pattison diveniva società per azioni. Nella parte conclusiva dell'opera l'autore si sofferma a lungo sulla figura di Alfredo Cottrau, geniale ingegnere ed imprenditore, del quale descrive appprofonditamente lo sforzo compiuto al fine di far mutare al governo il controproducente sistema tariffario. Riprendendo sp,esso alcune tesi del Cottrau, De Rosa sembra ritenere che solo l'allargamento dei mercati all'interno ed all'estero avrebbe consentito alle im-prese metalmeccaniche di rendersi indipendenti dalle ordinazioni governative e svilupparsi così autonomamente. E una tale visione più aperta e dinamica del problema appare la sola che avrebbe potuto assicurare alla nostra economia uno sviluppo più equilibrato e al Mezzogiorno una industrializzazione più rapida ed articolata. FRANCESCO FARINA Leopoldo granduca e imperatore 11 libro di Adam Wandruszka (Pietro Leopoldo. Un grande riformatore, Vallecchi, Firenze, 1968) si innesta su un ricco filone, non ancora estinto, della storiografia di argomento absburgico, caratterizzato da un forte interesse per l'indagine bio·grafica; su quel filone, cioè, che 11a trovato la sua espressione più rilevante, tra jJ 1860 e il 1880, nell'opera monumentale dell'Ameth su Maria Teresa. Con questa im1J-orta:nte tradizione di ricerca, l'autore ha anzitutto in corr1une la tendenza a porire fortemente l'accento sulla funzione storica decisiva del personaggio stttdiato, sull'inflt1enza determinante dell'am103 Bibiiotecaginobianco

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