Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

Mario Canino ed Enzo Vellecco Il parametro preso in considerazion~ offre, quindi, la possibilità di misurare solo in via del tutto generale lo svilup·po della struttura creditizia in termini di quantità. Un elemento utile per· stabilire il carattere qualitativo del sistema bancario può essere invece suggerito dall'esame del tipo di aziende di credito presenti nella regione. Com'è noto, le Casse Rurali e Artigiane, le Banche Popolari Cooperative, le piccole· D~tte bancarie e talune Casse di Risparmio·, agisco,no ·normalmente in ·un ambito di clientela e di popolazio·ne più ristretto, mentre le grandi aziende di credito, come le Banche di Interesse Nazionale, gli Istituti di Credito di Diritto Pubblico, e molte Banche di Credito Ordinario·, esigono per le loro filiali un più vasto raggio di azione, e quindi migliori condizioni di operatività. Va, quindi, sottolineato che, dei 172 sportelli presenti in Calabria alla fine del 1951, solamente 58 (il 33,7%) erano quelli di grandi istituti di credito e 114 quelli di banche minori, mentre in tutto il Mezzogiorno· le grandi banche tenevano in esercizio 01tre la metà (58,9%) degli sportelli e questa proporzione era caratteristica di quasi tutte le regioni; anzi, in Puglia e in Campania la presenza delle grandi banche era ancora più consistente. A distanza di quindici anni, in tutto il Mezzogiorno le maggiori aziende di credito avevano in esercizio il 52,7% delle filiali. Il rapporto•, seguendo una tendenza manifestatisi anche nel resto· del paese, era, quindi, p·eggiorato 1 sia pure lievemente, a svantaggio dei grandi istituti. In Calabria questo peggioramento risultava, però, molto più sensibile, perché le banche maggiori detenevano ora solamente il 29,4% di tutti gli sportelli. Considerando poi i valo·ri in, assoluto, se si eccettuano gli Abruzzi e il Molise, dove le gran-di banche avevano nel 1966 solo 5 sportelli in più che nel _1951, tutte le altre regioni hanno visto crescere sensibilmente la presenza dei grandi istituti di credito-, e spesso in maniera clamorosa. Basti pensare che la Campania presentava 99 filiali di grandi istituti in più, la Sicilia 129, la Puglia 24, la Basilicata 11. Un caso del tutto _p·articolare era infine quello della Sardegna, che vedeva passare gli sportelli dei grandi istituti da 39 a 83 e una parallela contrazione degli sportelli delle banche· minori da 46 a 23. _ In Calabria, invece, le grandi banche accrescevano solamente di 4 unità il numero delle loro dipendenze: 2 i.n provincia di Catanzaro e 1 rispettivamente in provincia di Cosenza e di Reggio Calabria. La distinzione che qui si è fatta tra grandi e piccole aziende d-i credito non riguarda tanto la loro consistenza patrimoniale o l'ammontare delle loro voci di bilancio, quanto piuttosto l'ambito nazionale o locale· della loro attività. In quanto profondamente diverse, per molti aspetti della loro condotta operativa, le banche locali 1 e quelle nazionali r I 86 Bibliotecaginobian_co

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