Mario Canino ed Enzo Vellecco biamente, reso più accessibile la richiesta. Tuttavia, anche gli istituti speciali creati per l'occasione sono rimasti istituzionalmente degli enti bancari che agiscono erogando il credito sulla :base di richieste e sempre secondo valutazio11i tecnico-economiche in maniera no-n dissimile dagli istituti tradizionali. Per essi, quindi, almeno fino a quando non si determina una situazione economica di sviluppo, cioè fino a quando non affiorano la convenienza, l'opportunità e quindi la decisione di investire, non si possono porre compiti di propulsione. L'esame dei problemi dello sviluppo pone in primo· piano la necessità dell'afflusso di capitali, spesso di provenienza esterna, che agiscano da fattore di rottura nei confronti dell'ambiente di ristagno· precedente. Ma deve trattarsi di capitali di rischio, non già di capitali di credito, perché l'erogazione di questi ultimi deve anzitutto trovare chi è disposto a riceverli per investirli. Soltanto in questa seconda fase, il credito speciale può sortire un effetto propulsivo, che potremmo, definire indotto o seco·ndario. Viceversa, qualora si voglia produrre direttamente un risultato d} propulsio,ne, o di avvio, ci si deve servire di altri strumenti come le società di investim-ento o società finanziarie pt1bbliche, private O· miste. Quanto al credito .ordinario, la stia natura di fattore indiretto di svilup·po è ancora più evidente. Basti pensare che, talvolta, si sono determinate situazioni in cui, co-mpletato l'investimento con l'ero·gazione di mutui industriali, non si è potuti passare alla fase dell'esercizio p-er mancanza di capitali e di credito a breve termine. Le banche di credito ordinario, infatti, innestano il loro intervento solamente in un processo- economico avviato, in presenza di adeguate garanzie, per sopperire a mancanza parziale di capitale circolante. Come si p-uò dunque far debito alle istituzioni creditizie del mancato o inadeguato avviamento di un processo di sviluppo? Quello che si può fare, invece, è cercare di stabilire la misura in cui il sistema creditizio asseconda il processo di crescita di un·a economia; e cioè, il s.uo grado di aderenza alle necessità del mondò produttivo che si manifestano e si traduco,no•, in sostanza, nelle opportunità di intervento. P-er fare ciò occorre analizzare il più possibile in dettaglio la struttura del sistema bancario e la sua evoluzione nel tempo, osservare l'andamento della sua attività e cercare di misurare il grado della sua evol_uzione. Si esaminerà così un asp-etto fondamentale dello· sviluppo economico: quello costituito dall'apporto del credito. E si potrà giudicare della rispondenza di esso alle necessità effettive d~ll'economia. Ma in tal modo si sarà data anche, nello stesso tempo, una misura valida e significante di quella economia. 82 Bibliotecaginobi.anco
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