Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

Le idee del tempo 1naggiori case editrici italiane, le giurie letterarie di quasi tutti i premi e le pagine letterarie di molti dei 1naggiori giornali e chi non ignora che questa intellettualità di sinistra è ormai da molti anni largamente influente ancfze nella vita accademica, difficilmente potrà accettare la diagnosi di Salinari e ritenere l'offensiva capitalistica responsabile clel delitto di leso realismo che ad essa si attribuisce. Chi sa e ricorda tiLtto ciò sarà magari più disposto ad accettare il discorso d'i Salinari sui limiti interni del realismo e sulla risoluzione del realismo in un nuovo tipo di decadentismo (pp. 63-66); anzi lo accetterebbe, forse, in pieno, se non vi fosse in Salinari tanta, veramente eccessiv·a sicurezza che la crisi di idee del realismo si sarebbe potuta o si potrebbe superare con il ricorso- a certe particolari idee che, sia detto con chiarezza, sono soltanto le idee di Salinari e del suo partito. La verità è cfle su questo piano Salinari non coglie più il profondo processo di trasformazione morale e strutturale attraversato dal paese negli ultimi anni. Anche qui la sua posizione critica è significativa. È significativa, da un lato, perché prova che i suoi cano·ni critici, adeguati alla s~agione letteraria nella quale e in relazione alla quale nacquero, non offrono prospettive altrettanto persuasive e durature al di là dell'esaurirsi di questa s~essa stagione. Ed è significativa, d'altro lato, perché il critico d'avanguardia dell'inizio degli anni cinquanta si trova dieci anni dopo respinto in una posizione che appare tutt'altro che di avanguardia, anche se, a sua e nostra consolazione, ciò accade perché egli dif er:i.dealcune elementari istanze della ragione contro forme di nuovo e scatenato irrazionalismo che contraddistinguono l'avanguardia di questi ultimi an-ni. Ma, al di là di questo indubbio merito, è - a mio credere - la stessa teoria e poetica del realismo come «vera» forma della «vera» arte che andrebbe rivista; è da una più coraggiosa esplicitazione delle proprie incoerenze ( == diverse componenti culturali) che iLna posizione come quella di Salinari può trarre occasio-ne per un fecondo rinnovamento. E questo si dice qui non per dare consigli o lezione ad alcuno, bensì - come è chiaro - soltanto a titolo di personale impressione che esce rafforzata dalla lettura di questo libro: l'im-. pressione, cioè, che un nuovo reale avanzamento degli studi di critica letteraria in Italia possa scaturire soltanto da un organico ripensamento e· da un'organica messa a frutto di tutto ciò che nel corso di questo secolo il pensiero italiano ha otf erto, in questa materia, di più originale e di piiL importante. E se ciò dovesse sigriificare, in un qualche modo, u.n ritorno, sia pure p·arziale, anche a çroce, cioè alla considerazione autonoma e specifica dei feno1neni artistici, bene: si abbia il coraggio di fare anche ciò. 80 Bibliotecaginobianco

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