... Ern1anno Corsi -tutto _questo,, naturalmente, tenendo conto delle resistenze e dell'ostruzionismo oppo.sti sistematicamente dai grup·pi che hanno praticato a Napoli, in questo come in altri settori, la più sfrontata ~peculazione . . Per avere un'idea chiara della validità e dei provvedimenti finora adottati dalla Giunta Principe e dei pro.gressi compiuti st1l piano della distrib-uzio,ne e dell'appro,vvigionamento delle carni, occorre rifare, sia pure sommariamente, la storia del Macello comunale; che è, poi, uno -degli episodi· più sconcertanti di connivenza tra politica e « nuova camorra». Quando, nel feb,braio del '65, f1t preposto all'assessorato Annona e mercati (nella p,rima Giunta Clemente), il socialista Capozzi ereditò una situazio,ne estremamente precaria; oltre t1ndici anni di totale incuria, espressio,ne di un indirizzo programmatico volto a mortificare l'autonomia del Comune e qi tutti i suoi più importanti servizi, avevano gettato· la devastazione nello stabilimento di Poggioreale, avevano reso arcaici i sistemi di lavorazione e sem-pre meno utilizzabili le già arretrate tecnologie, molti ambienti erano fatiscenti, l'area circostante male attrezzata, le maestranze in agitazio,ne per le crescenti difficoltà che inco,ntravano nel loro lavoro. Si era, di fatto, alla vigilia di una paralisi completa. Ne dette conferma pochi mesi dopo (agosto '65) un intervento, non spontaneo, come risulterà subito 1, del Ministero della Sanità, il quale diffidò il Comune a realizzare con tutta sollecitudine alcune 01 pere di bonifica e di potenziamento, p·ena la chiusura dello stabilimen~o comunale. L'ingiunzione ministeriale fu un cam-- panello d'allarme: servì infatti a sventare, in tempo utile,. una insidiosa manovra condotta dall'esterno del Comune da un gruppo, di spregiudicati industriali delle carni che agivano con un obiettivo preciso,: ottenere la chiusura immediata del Macello, comunale. . . Proprio coloro che avevano svolto un ruolo çleterminante - nel corso degli ultimi dieci anni - nel progressivo decadi,mento di questo pub,blico servizio, avevano· preso l'iniziativa di « segnalare» alle autorità sanitarie centrali le deplorevoli condizioni di abbandono e di inefficienza del mattatoio, ma solo allo scopo di ottenerne la dichiarazione di inagibilità, in m~do da avere ufficialmente, e con l'avallo dei pubblici poteri, il monopolio della lavorazione e distribuzione delle carni: un settore,. cioè, in co.ntinua espansione e perciò molto redditizio. In questo settore avrebbero, così, per forza di cose, contin.uato ad essere dei protagonisti - e questa volta con le carte in regola - in quanto il Comune non avrebbe ·potuto respingere l'alternativa, che essi- proponevano, di servirsi, per le normali attività di macellazione, degli stabilimenti" pr~vati, quasi tutti concentrati nella zona di Poggioreale. Tale manovra, così brutalmente sabotatrice di un importante servizio comunale e volta a perpetuare il criterio del profitto a danno della collettività, p-rovocò una .sollevazione degli ambienti politici democratici e, in seno alla Giunta, della delegazione socialista. Quando l'ispettore ministeriale Salvi dichiarò lo stabilimento comunale « un serbatoio di microbi » - e ne limitava in pratica l'attività - i proprietari dei macelli privati e, in particolare, gli azionisti del « mercato carni» in via di costituzione, pensarono 64 Bibliotecaginobian.co
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