Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

I Giornale a più voci facile immaginare, in seguito alle pressio•ni di un auto,revolissimo professore dell'Università di Napoli, che sarebbe poi lo stesso che, secondo quanto ha scritto Adriano Buzzati Traverso sul « Corriere della sera », qualche anno fa si era battuto a fondo contro la creazione del LIGB. Ma il bandwagon effect sarabbe meno grave se gli interessi e le specializzazioni scientifiche dei ·docenti universitari che si stanno· inserendo nell'area della r~cerca costituissero un co•mplesso omogeneo, fossero cioè sufficientemente contigue dal punto di vista scientifico, da rendere fondata la speranza del fenomeno di interazione tra ricerche nei diversi campi. Al contrario, i laboratori cl1e, almeno al momento attuale, sembrano dover essere riuniti nell'area hanno per lo più interessi disparati; il che renderà naturalmente più difficile e meno vantaggiosa l't1tilizzazione dei servizi comuni. Nell'area della ricerca rischiano insomma di riprodursi tutti i fe11omeni caratteristici della ricerca universitaria: frammentazione degli sfo1 rzi, isolamento dei ricercatori, assenza di interazione fra le diverse discipline, burocratizzazione. Già un esempio di cloisonnement accademico è visib,ile nella creazione di un autonomo laboratorio di embriologia cellulare, che avrebbe potuto invece benissimo, e co,n vantaggio reciproco, essere integrato con il LIGB. Ma la conferma più grave ,di questa tendenza ad armonizzare l'area della ricerca co-l modello dell'ambiente universitario tradizio11ale ci viene dalla recente nomina di una « Commissione incaricata di sovraintendere alla realizzazione del complesso immobiliare ». Ora, si noti che, mentre si nomina tale commissione, non si è ancora studiata una formula amministrativa che garantisca l'autonomia all'area della ricerca. A parte l'evidente difficoltà di stabilire come dovrà essere la casa -di un organismo· che non esiste ancora, di cui non si conoscono ancora le caratteristiche, e le cui compo·nenti disperse, quando esistono-, hanno rispetto all'Università le situazioni più diverse, c'è da chiedersi se la totale di,pendenza dal CNR delle decisioni relative all'area no·n preannunci che anche l'area della ricerca sia co,ndannata ad un fenomeno di snaturamento analogo a quello subìto dal CNR stesso, che, nato per essere indipendente dagli ambienti accademici tradizionali, ha finito poi con l'esserne dominato. C'è da concludere, inso1nn1a, che le difficoltà no·n sono ancora finite: sono, anzi, appen·a cominciate. E così il tentativo· di dare a Nap·oii, con l'area della ricerca, un vero e proprio « motore » autoprop-ulsivo e capace di trascinare la regione verso uno sviluppo di tjpo californiano (nelle caratteristiche, se non nelle dimensioni), dopo essere venuto più o meno a capo delle ostilità aperte incontrate nel sottobosco politico cittadino, dovrà venire a· capo di altre resistenze, meno scoperte ma anche più temibili: le resistenze di quei « professori» che sono gelosi dei «ricercatori» e che comunque non vogliono il confronto tra i loro istituti con quelli dei promotori dell'area della ricerca e vogliono invece il controllo sull'area della ri~erca e sui fondi della ricerca. GIUSEPPE SACCO 59 B.■ blio ·ecaginobianco

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