Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

I I Giornale a più. voci di capitale; un secondo gruppo, che in qualche modo si riallaccia anche alle opinioni del primo, è portato a denunciare una certa distorsione nell'impiego del risparmio e nel mercato dei capitali come effetto della concessione degli incentivi e della politica di provvista dei relativi fondi; un terzo gruppo, di entità più ridotta, sostiene addirittura che gli incentivi modificano i rapporti di costi fra le imprese nel mercato, danneggiando rilevantemente i processi di espansione e di rinno 1 vo delle imprese che non beneficiano degli incentivi; un quarto gruppo, infine, denuncia l'inferiorità degli inventivi concessi al Mezzogiorno rispetto alle misure di sussidio pra~icate in altri p·aesi europei e alle politiche condotte dai no.stri partners del MEC che perseguono Pt:>litiche di risollevamento di specifiche zone ~epresse. In realtà queste diverse posizioni, che in parte si elidono a vicenda, denunciano in alcuni casi effettivi pericoli, come- quelli insiti nella politica d'incentivazione di altre aree comunitarie (e, aggit1ngeremmo, di altre aree italiane del Centro--Nord), ma, nello stesso tempo, peccano un po' tutt~, come osserva lo stesso Parisi, di tm'eccessiva generalizzazione, in q~anto « è piuttosto azzardato parlare pro o contro l'efficacia della politica degli incentivi, in riferimento ad una vasta regione come il l'vlezzo,giorno, come se gli incentivi risultassero ovunque efficaci oppure ovunque· inefficaci e f0'.Ssero sempre efficaci o sempre inefficaci in tutte le classi e sottoclassi d'industria », quando poi « il dibattito sui problemi del Mezzogiorno va calato nel concreto e va qualificato secondo i divers_i tipi di carenze e di condizionamenti dello sviluppo economico delle regioni meridionali; carenze e conqizionamenti che se da una parte derivano dalle strutt11re interne e dalla situazione naturale, econo,mica e sociale delle regioni meridionali, dall'·altra parte sono legati alla difficoltà di imprimere un deciso ritmo di sviluppo al sistema produttivo del Mezzogiorno nel quadro di un'economia italiana che persegue contrastanti linee di crescita produttiva e territoriale ». Ed è proprio qui il nocciolo del problema, in quanto, come ha osservato il Ministro Pastore nel discorso di replica agli interpellanti, « tutti i discorsi che abbiamo fatto sull'efficacia o meno degli incentivi restano teorici se viene a mancare l'impegno degli operatori economici pubblici .e priyati in ordine alla necessaria diversificazione industriale e all'espansione, secondo nuove linee territoriali, dell'industria del paese». Questa è stata la situazione degli anni scorsi, ha precisato Pastore, data la tendenza dell'industria italiana a « seguire in linea prevalente il potenziamento delle tradizion·ali localizzazioni». Tendenza che oggi può essere sensibilmente modificata,- se non del tutto pienamente rovesciata, purché a ciò miri una efficiente volontà politica a tutti i livelli, da quello parlamentare. a quello delle categorie economiche, a qt1ello dello stesso Governo. E qui Pastore ha avuto buon gioco nel denunciare la « defatigante pressione che certe categorie economiche svolgono contro parecchie nuove iniziative che vogliono avviarsi nel Mezzogiorn-o. », pressione che non ha risp-armiato nulla, esercitandosi contro progetti di una certa entità, come il cosidetto « polo pugliese», allo stesso modo che nei confronti di <~ piccole iniziative di limi53 B·bliotecaginobian_co

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