Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

Giovanni Cervign.i nella politica meridionale, un _mutamento di fondo che faccia diventare la questione meridionale la questione nazionale, un mutamento di fo·ndo che per essere valido ed efficace non può non incide!"e nel ·senso di riconoscere una nuova priorità alla spesa pubblica, non può non incidere nella distribuzione degli inv-estimenti con nuove scelte di qualità e di quantità, in modo particolare non può non incidere in modo risolutivo· sul meccanismo di svolgimento del piano quinquennale; sia per quanto riguarda l'azione del Governo, sia per quanto riguarda l'iniziativa degli imprenditori» (Gatto). Opp·ure sono venute dal PSIUP indicazioni astratte: « oggi ci sono i mezzi per affrontare questi problemi. .. Basta distogliere con coraggio un quarto di quello che oggi viene investito in queste scelte (motorizzazione ed autostrade) per riservarlo alle isole e al Mezzogiorno. Il processo di trasformazione industriale della nostra rete autostradale avverrà in 20 anni, anziché in 15, ma il Mezzogio,mo e le isole avranno fatto un passo avanti» (Curti); « la interruzione del piano quinquennale è a n-ostro avviso la misura che deve essere adottata per rapportare il piano stesso alle esigenze reali e a un diverso meccanismo di sviluppo dell'economia nazionale» (Gatto). Né, d'altra parte, maggio,ri contributi sono venuti dall'opposizione liberale, la cui prolissa interpellanza può sintetizzarsi in un invito ad un rafforzamen_to di volo,ntà politica nel quadro della strumentazione vigente,• mentre lo svolgimento fatto-ne dall'on. Valitutti s'è, in pratica, risolto in una denuncia dei mali del nuovo clientelismo; denuncia certamente meritoria e, in b•uona parte, anche fondata, ma cl1e non può certo essere ritenuta _uno stimolante contributo al dibattito meridionalista in corso nel paese. Né, infine, gli interventi dei due rappresentanti dei partiti di maggioranza, Brandi e Barbi, sono riusciti a riecheggiare compiutamente la complessa tematica che, a proposito dell'attuale situazione del Mezzogiorno, i socialisti avevano elaborato ·a T'aranto e Torino é i democristiani a Napoli. In un qu·adro così sfocato, il discorso del Ministro Pastore ha assunto, al di là delle risposte fornite a questo o a quell'onorevole interpellante, più il sapore di una replica alla più ampia discussione meridionalista in corso nel paese, che quello d'una puntualizzazione di fronte al Parlamento. In tale dibattito, sono venuti affiorando due punti nodali, concernenti da un lato l'efficacia della politic~ d'incentivazione e la p·ossibilità o n1eno di superarla con nuovi approcci, tip-o « blocchi d'investin1-ento » o « contrattazione», e dall'altro lato il oroblema dell'unitarietà di .comando nell'azione d'intervento .... nel Mezzogiorno; unitarietà da garantire eventualmente con l'assorbimento - sostanziale o formale - del Co1nitato dei Ministri per il Mezzogiorno nell'ambito del CIPE. 'Le posizioni che si sono venute delineando in relazione alla polemica sugli incentivi sono ·state suddivise, in maniera ab·bastanza convincente, da Achille' P·arisi (nel citato articolo del « Nuovo Osservatore ») in quattro gruppi d'opinioni: « il primo gruppo tende- ad attribuire µna scarsa importanza agli incentivi, affermando che essi interessano marginalmente le decisioni delle imprese e p·remiano soprattutto le imprese a più elevato impiego 52 Bibliotecaginobianco

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