GIORNALE A PIU' VOCI Cronache meridionaliste Il discorso sul distacco tra paese reale e paese legale, sulla non ido11eità del Parlamento a riflettere sui problemi della società italiana, sulla incapacità del Parlamento stesso a dive11tare la cassa di risonanza - · la più qualificata in un sistema democratico - dei dibattiti politici e culturali in corso nel paese, è. un discorso ormai scontato. Esso, anzi, è diventato, quasi, un tema obbligato della pubblicistica politica dei diversi settori e fornisce di continuo spunti ai sostenitori d'una sorta di « ritorno allo Statuto », in chiave ovviamente moderata, se non addirittura at1toritaria. D'altra parte, vicende politiche e dibattiti dell'una o- del_l'altra Camera s'incaricano, puntualmente, di confermare le tesi dei critici del Parlamento .. Se, infatti, v'è stato n·el paese un problema che h.;ingo l'arco degli ultimi dodici mesi s'è arricchito di temi e spunti polemici, di contributi e tesi originali, questo è stato quello del Mezzogiorno, riproposto attraverso convegni su temi d'interesse territorialmente ristretto, ma i1npo,stati con un respiro molto ampio, come quello socialista sulla Calabria, o d'argomento generale, come quello di Torino della Fondazione Einaudi, o come quelli organizzati ancora dal Partito socialista a Taranto e Torino. e dalla Democrazia Cristiana a Napoli; senza dire, poi, della grande occasione polemica rap-presentata dall'Alfa Sud. Bene o male, attraverso convegni e polemiche, molte cose, forse troppe, sono state messe in discussione, dalla validità d~lla politica degli incentivi all'opportunità di mantenere in piedi un'apposita struttura politico-amministrativa per l'intervento nel lvlezzogiorno, dalla compatibilità tra politica di razionalizzazio·n:e dell'apparato produttivo e politica di sviluppo del Mezzogiorno, alla idoneità degli strumenti attualmente esistenti, al centro e alla periferia, a perseguire gli obiettivi per i quali sono stati creati. Si possono discutere la serietà degli approcci tentati, la profondità delle tesi sostenute, l'originalità dei suggerimenti avanzati, ma _non si può, co,munque, negare una certa vivacità e, tutto somm·ato, un certo interesse al dibattito meridionalista del 1967. Logico era, a questo punto, aspettarsi che tale dibattito esprimesse il meglio di sé nell'aula di Montecitorio, dove, con la discussione del 19 dicembre su un gruppo d'interpellanze « meridionaliste», si offriva l'occasione finale per concludere e riassumere le discussioni di tutto un anno. Nulla di tutto questo: il dibattito del 19 dicembre ha, in p,ratica, ignorato la sostanza, se non la forma, di dodici 1nesi di discussioni meridionaliste e s'è svolto lungo linee ideologiche e culturali veèchie d~ almeno dieci o quindici anni, se non più. Giustamente afferma Achille Parisi, nell'introduzione al « quaderno » pub48 Bibliotecaginobianco
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