Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

Note della Redazione Si tratta di un interrogativo_ che è doloroso, ma anche doveroso, formulare. Già nella nota della redazione dedicata in gennaio alle vicende del Sif ar, abbiamo so-ttolineato quella che a nostro avviso è_ stata· la parte sostenuta dall-'on. Segni durante la crisi di governo del 1964: non che Segni volesse effettuare un colpo di Stato, ma certo voleva il « mo.riocolore » aperto a destra, e lo voleva a qualsiasi costo, anche a costo di una crisi nel paese che avrebbe potuto concludersi co-n l'ap-pel au soldat e con il colpo di Stato._ Una interpretazione analoga dei fatti del 1964 è stata data ·da Giuseppe Loteta su «L'Astrolabio», ed ugualmente severo è il giudizio di Loteta. nei confronti di Segni: «l'occasione» della crisi sarebbe stata « favorita, se no-n addirittura voluta, da un Presidente della Repubblica che non ha mai digerito lo 'storico incontro ' e che raccoglie le allarmate invocazioni della destra econo·mica sui pericoli d'inflazio-ne aperti dal centro-sinistra >}. Ecco dunque stabilirsi, tra Segni e De Lorenzo, « un curioso rapporto di reciproco appo·ggio »: il Presidente « è ormai convinto della ·necessità di agire », e per agire ritiene di aver bisogno « dell'efficiente meccanismo rnesso a pitnto da De Lorenzo, della cui fedeltà è certo»; il generale, a sua volta, « ha biso·gno del Presidente» perché ritiene di po·tersi avvalere del proposito di Segni di « andare fino in fondo» per far scattare un'operazione della quale lui, De Lorenzo, diventerebbe il_pro·tagonista. È solo in. un secondo tempo che De Lorenzo, resosi conto che il disegno reazionario del r< rnonocolore » è velleitari.o, e soprattutto che esso non risulta garantito da sufficienti « coperture politiche », poiché in realtà « i dorotei non stavano al gioco », canibia bruscamerite di .fronte, si rivolge a Moro e gli rivela « intenzioni e stati d'aninzo del Presidente della Repubblica ». Altro che « assoluta estraneità del Presidente della Repubblica del tempo alle iniziative del Sifar e del comandante dell'Arma dei carabinieri» (come abbiamo letto sul « Mattino » )! Altro che (< speculazione politico-giornalistica », altro che « pallone gonfiato » ( come ha scritto « Il Corriere della Sera»)! Se i fatti del 1964 sono legati all'esistenza di una faida di generali - anche questa aff ermaz.ione è del « Corriere della Sera », è indubbio che essi so-no legati anche all'esistenza di una faida di democristiani: e a questa ultima faida il Presidente della Repubblica del tempo è stato tutt'altro· che estraneo. Ma la questione dei microfoni al Quirinale è talmente grave, da gettare un'ombra su tutta la nostra realtà politica. Perciò è assolutamente necessario che su di essa ~i faccia piena luce. « L.a Voce Repubblicana » ha scritto-, a questo proposito·: « poiché si tratta di notizia che può avere un grave contenuto politico, e poiché l'accertamento della sua verità è stato dichiarato dal Tribunale estraneo al processo, noi chiediamo formalmente . al Governo, e per esso al ministro Tremelloni, di dirci chiaramente ed esplicitamente se la notizia è vera o non è vera ». Come è noto, non vi sarà un'inchiesta parlamentare sulle respo·nsabilità politiche connesse alle « dev-iazioni » del Sifar. Tanto più, dunque, si rende necessario, da parte del Governo, dimostrare che la verità può essere accertata anche senza ricorrere -alla commissione parlamentare d'inchiesta (che 46 Bibliotecaginobi•anco ' .

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==