Ernesto Mazzetti nifestarsi tra sistemi portuali nazionali e, ove se ne presentino le condizioni, tra sistemi cui partecipino porti di Stati confinanti. Ma è chiaro, ci sembra, che all'interno d'ogni Stato, il co~rdinamento degli investimenti e la concentrazio,ne di essi a favore di p·orti che, come porti leaders di sistemi nazionali, posso-no davvero far concorrenza agli scali stranieri, sia, più che necessario, indispensabile al fine di evitare sprechi di risorse. La Commissiò-ne, inv·ece, sembra ritenere che sia possibile evitare le sovrapposizio-ni d'investimenti col solo scambio d'informazio,ni tra i diversi porti in merito ai rispettivi programmi di sviluppo. Un accenno della « risoluzione » è dedicato appunto all'opportunità che « gli Stati membri e le istanze europee » forniscano ai porti, « nel quadro della politica comune dei traspo,rti portuali », informazioni recenti sui rispettivi investimenti. La « motivazione » illustra più ampiamente il concetto·, auspicando che, attraverso informazioni sistematiche, gli organi nazionali competenti in materia possano decidere « co•n piena cognizione di tutti i fattori evolutivi a lun.ga scadenza». In tal modo, « senza bisogno di interventi d'autorità »,_in questo can1po verrebbe ad op·erare automaticamente una « certa concentrazio,ne ». Ciò perché - riconosce infine la « motivazione » - « non tutti i porti possono essere ampliati al punto da poter accogliere navi di grandissim_o tonnellaggio di cui o,ggi si fa uso », né tutti i porti ·potranno « essere adibiti all'imbarco di merci in containers ». L'unico punto· in cui il documento della Con1missio-ne del Parlamento europeo postula un certo intervento coordinato dei poteri comunitari è riguardo ai « porti piccoli e medi » delle regioni europee in via , di sviluppo: « 11el quadro della po,litica regio,nale della Comunità - afferma la « ris.oluzio·ne » - si deve dedicare particolare attenzione al potenziamento » di questi porti. Posizio,ne apprezzabilissima, il cui unico torto è, però, quello d'essere li1nitativa. Un forte sistema portuale in una regione in via di sviluppo (ed il Mezzogiot·no italiano è l'esempio più immediato e significativo) costit11isce un poderoso incentivo alla localizzazione di attività eco:n-o•miche, e non solo di quelle tipicamente costiere: onde l'o,ppo,rtunità che una even~uale politica regio-nale europea che tenga co-nto anche delle infrastrutture marittime non si risolva- (come si potrebbe pensare che il documento proponga) nel rafforzamento di piccoli approdi a servizio d'un sing.olo nucleo industriale - e quindi in una dispersione d'investimenti - ma agisca risolutamente, soprattutto nel -senso di potenziare gli scali che possano stabilire più efficaci rapporti tra la regione e le aree economicamente forti. Senza dubbio il lavoro fatto finora dalla Commissione trasporti di Strasburgo e concretatasi nella « risoluzione » e nei documenti allegati è 38· Bibliotecaginobianco ...
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