Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

I L'Europa e le sue « porte d'oro» allegata presentano delle carenze: il discorso viene svolto solo in termini di singoli porti e non già in termini di « sistemi portuali». La fortissima concentrazione di traffico che si riscontra oggi in pochi porti, onde s'assiste al fenomeno che uno o due scali assorbono da soli quote fortissime del traffico complessivo che si sviluppa lungo una medesima facciata marittin1a 15, concentrazione che deriva da precise ·cause geografiche, di geografia fisica e di geografia economica (localizzazione del porto- sul litorale, in rapp-orto alle vie di comunicazio·ne verso l'interno, alle strutture e alle dimensioni economiche dell'entroterra, il cui sviluppo trascina quello, del porto del quale esso si serve più di quanto lo sviluppo del porto non trascini quello dell'hinterland), e storiche, è un fatto che non può essere modificato dalla semplice volontà concorrenziale di altri porti. Così pure non c'è volontà concorrenziale, e quindi po·ssibilità d'investimento di capitali (co,n criteri di co-nv-enienza, s'intende), che possa consentire ad alcuni porti di svilupparsi fuori dei limiti che le condizioni naturali loro assegnano. Per tutte queste ragioni già oggi si presta attenzione all'opportunità di coordinare l'attività e l'espansione di due o più porti che, per distanza, sovrapposizione di hinterland, caratteristiche .e dotazioni d'infrastrutture, costituiscano un « sistema portuale » piuttosto che entità distinte. Coordinamento tanto più conveniente ed age·vole quando ci si trovi in presenza di un porto maggiore, leader, e di più porti minori. Così pure, un troppo rigido liberismo, e quindi una concorrenzialità spinta alle estreme conseguenze, appare assurda in rapporto a determinati tipi di traffico: ad esempio, n·el caso dei traffici a mezzo di co:ntenitori, ci si chiede se convenga davvero, soprattutto in Italia, che ogni porto che ritiene d'aver carte da giocare in questo campo attrezzi un suo terminal con ingenti investimenti; o se non convenga di più (dato che questo traffico, almeno nei prossimi anni, si manterrà nel Mediterraneo al disotto dei 10 milioni di tonn.) che di terminals se ne attrezzino solo uno o due, scegliendo le localizzazioni più baricentriche e meglio servite da collegamenti con l'interno. 6. Il discorso sulla concorrenza che fa la Commissione del Parla• mento europeo può, dunque, essere valido, ma a condizione che si~ riferito no-n ai po-rti singoli, bensì ai sistemi portuali. Nell'ambito degl~ Stati può ipotizzarsi una concorrenza tra « sistemi portuali» regionali• (non ci si riferisce, s'intende, alle regioni amministrative ma a quelle geografiche); mentre nell'ambito comunitario la concorrenza deve mais CALOGERO MuscARÀ, Valichi alpini e porti, in particolare, il cap. Dai porti ai sistemi portuali), Napoli 1966. 37 Bi- liotecaginobianco

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