Ernesto Mazzetti a chiedersi se non fosse possibile risparmiare somme rilevanti « mediante un coordinamento degli investimenti portuali e una certa concentrazione del traffico in alcuni porti ». La Commissione ha ritenuto, però, di dover dare risposta negativa al quesito, argomentando che « solo il gioco della conco·rrenza tra i porti perm·etterà di aumentare la capacità di movimento delle merci proporzionalmente all'aumento degli scambi mo.ndiali »: ciò perché, agli « osservatori che seguono cò.n preoccupazione la concentrazione di grandi investimenti in una pluralità di porti su di una stessa costa, se ne co-ntrappongono altri i quali temono che nel 1980 venga raggiu·nto· il limite massimo delle possibilità di ampliamento» di molti porti della CEE (si fa il caso di Genova) e che ciò « possa frenare notevolmente la crescita ·economica dei rispettivi retroterra ». La preoccupazione che i po·rti europ·ei si sviluppino parallelamente all'aumento del traffico mondiale, ed in maniera adeguata all'evoluzione tecnica, è rispecchiata fedelmente nella risoluzione approvata in novembre. I p·orti marittimi - è detto nel documento - « devono apportare notevoli innovazioni tecniche, le quali comportano· elevati investimenti ». Ed ancora, n,el quadro dell'azione comune nel settore dell'infrastruttura dei trasporti, « la politica comune dei trasporti portuali deve far sì eh~ tutti'' i porti marittimi europei più importanti siano colleg~ti, dove ciò si rilevi possibile sul piano tecnico e ammissibile su quello economico, con la rete di comunicazion.e europea, e quindi con il loro retroterra, mediante ferrovie elettrificate, autostrade ed anche idrovie per navi - da 1350 tonn. ». Qu·est'ultimo, invito mira a sqllecitare la soluzione dei problemi di collegamento idroviario che interessano Amburgo (attraverso la costruzio,ne del canale laterale dell'Elba), Lubecca, Gand, Bruges e Dunkerque, nonché Marsiglia (cui la liaison. Rodano-Reno aprirebbe forti possibilità di competizione n·ei confronti dei porti della facciata nord~euro-pea); e la soluzione dei problemi di elettrificazione ferroviaria che interessano alcuni porti tedeschi, e di collegam-ento auto,stradale che interessano soprattutto la Francia (dove la costruzione di autostrade segna un netto ritardo rispetto al resto della Piccola Europ·a). Nella misura in cui il rigoroso liberismo che caratterizza sia la « mo·- tivazione » che la « risoluzione » della Commissione trasporti del Parlamento europeo è dettato dall'esigenza di favorire l'adeguamento· delle « po,rte d'oro d'Europa» alle necessità di sviluppo del sistema economico delia CEE, esso risponde ad una logica accettabile. Tuttavia, il rifiuto di studiare nelle opportune sedi della Comunità delle forme di coordinamento degli investimenti sembra troppo categorico e semplicistico. Al riguardo, infatti, le argomentazioni della « motivazione » e della relazione I 36 Bibliotecaginobia~co
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