Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

.... Ernesto Mazzetti l • I °) ' I • 1 ·! : : '. : I! f ... I : ·' I' dimensioni perché lo inoltri verso gli altri po~ti, oppure a grandi depositi collegati a pipelines. Un avamporto del genere è stato già progettato in Irlanda. Attualmente le maggiori possibilità di attracco in relazione ai fondali so11Oofferte da Le Havre (per navi fino a 200 mila tonn.), Rotterdam e Marsiglia-Lavéra (150 mila), Amsterdam e Genova (100 mila). Marsiglia e Rotterdam contano di raggiungere possibilità di attracco per navi fino a 225 mila tonn. e·ntro il 1970. Si pensa anche d'ovviare alle difficoltà dei fondali con soluzioni tecniche che consentano l'approdo in rada; ad esempio fuori della diga del po·rto di Napoli verrà installata un'« isola » m·etallica (collegata alla terraferma da un breve oleodotto sottomarino) alla quale possano attraccare unità fino a 250 mila tonn. Queste soluzioni sono già sperimentate al largo di coste prive di porti . adeguati (Mersha el Brega in Libia, Falconara Marittima e Fiumicino) ma do·ve o-ccorre si svolga un rilevante traffico petrolifero. I problemi di spazio si presentano ai porti europei soprattutto in vista della diffusione dei traffici « co-ntain-erizzati », ma anche in relazione all'affermarsi della navigazio.n:e di linea servita da traghetti. Lo scarico di una containers-ship da 5000 to·nn. di stazza lorda, effettuato con attrezzature apposite, richiede 15 ore contro i 7 giorni necessari per una nave tradizionale c0n carico pari, ma non precondizionato. L'impiego di personale e di tempo è ridotto enormemente: lo scarico di una nave tradizionale avviene sulla base di 0,62 tonn. per uo·mo- all'ora; quello di una porta-containers sulla base di 45,6 tonn./uomo all'ora 12 • Si trasforma, così, completamente, il tradizionale. meccanismo. delle operazioni portuali. La banchina diventa un punto' di rapidissimo contatto tra il mezzo- marino- ed i m·ezzi terrestri (autocarri, vagoni ferroviari), e questi ultimi, app.ena ricevuto il carico « containerizzato », debbono lasciare immediatamente il posto ad altri mezzi e proseguire verso un centro di racco,lta e smistamento. dei contenitori· in arrivo. Di qui la necessità di grandi aree di parcheggio per i mezzi terrestri e di ancora più vaste sup·erfici per il deposito dei contenitori, il loro riempim-ento o svuotamento in vista dell'inoltro della merce ai destinatari 13• I terminals p-er traffici « containerizzati » del complesso portuale di New York disporranno, una volta portati a compimento -nuovi progetti, di circa 1000 et~ari di spazio. In Europa non si pensa .di dover impegnare superfici tanto· estese, anch:e p-erché no-n si prevede che il movi12 LEONARDOSAVIANO, Containers: aspetti economici, ne « La Rivista del Porto di Napoli», n. 8, 1967. . . 13 ~LEl\IENTE M~GLIETT~, Il _ trasporto combinato delle merci; contenitori e porti, Nap9li 1~7. . ... 34 Bibliotecaginobi•anco

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