Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

I L'Europa e le site « porte d'oro» porte d'oro d'Europa » 6 - è una definizione assai appropriata. Il movimento delle .merci nei porti della CEE ha raggiunto nel 1965 i 660 milioni di tonnellate tra carichi imbarcati e sbarcati: un volume quasi pari a quello dei trasporti ferroviari e nettamente superiore a quello dei trasporti idroviari. L'importanza eco·nomica dei porti marittimi è destinata a crescere progressivamente: la liberalizzazione del commercio mondiàle (dovuta ad iniziative come il Kennedy Round); l'intensificazione dei rapporti con i paesi in via di svilup-po (u11 aumentato afflusso verso l'Europa di materie prime sarà il co,rrispettivo degli aiuti agli .Stati d'oltremare di più o meno recente indipendenza); la prevedibile, ulteriore apertura al mercato mo·ndiale dei p·aesi dell'Europa orientale (i quali dovranno servirsi in larga misura dei porti della CEE, restituendo così al loro ruolo tradizionale alcuni tra gli scali che in epo·ca prebellica erano il tramite tra l'Est europeo e il resto del mo-ndo, come Amburgo e Trieste); sono tutti elementi che agiranno a favore di un'esaltazione delle funzio·ni po·rtuali del territorio comunitario. 4. Queste prospettive senza dubbio sono attentamente considerate da tutti i governi della Piccola Europa. Né potrebbe essere altrimenti, dal momento che, con l'eccezione, ininfluente, del Lussemburgo, tutti i paesi della CEE sono tributari ai porti per una rilevante quota del loro traffico internazionale, ed anche per quote considerevoli del loro traffico interno e del traffico intercomunitario. Per volume complessivo di merci passate attraverso i porti marittimi, l'Italia è in testa con una cifra che. supera ormai i 200 milioni di tonnellate. Nel 1965, ai 191 milioni di to,nn. dell'Italia seguivano i 149 milioni dei Paesi Bassi, i 145 della Francia, i 105 della Repubblica Federale Tedesca e i 65 del Belgio. L'integrazio,ne tra attività portuale e attività industriale diviene sempre più netta per la maggioranza degli scali: il traffico di rinfuse solide attivato dagli impianti siderurgici costieri e quello delle rinfuse liquide attivato dalle raffinerie sia costiere, sia interne, ma collegate a porti da pipelines più o meno lunghe e ramificate, costituiscono· una componente sempre più massiccia del movimento portuale (quasi 60 milioni di tonn. di oli minerali a Rotterdam, 50 a Marsiglia, 20 a Genova e ad Anversa) 7 • Ciò implica una dimin11zione percentuale del movimento delle merci varie, considerate più « ricche» per il mag.gior volumé .di lavoro portuale che richiedono: ma, pur scemando in valore relativo, 6 « The Economist » 16-22settembre 1967; inserto speciale curato da David Kelly. 7 Per quanto riguarda i porti italiani, cfr. GIUSEPPE GoRGAZZI, 1 porti industriali nell'economia italiana, ne « La Rivista del Porto di Napoli», n .. 11, 1967. 31 BibJiotecag·inobian_co

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