I Miti e paradossi della programn1azione:: la « Cassa per il Settentrione »? dionali, e le costanti manifestazioni di saggia gestione, l'IMI resta pur sempre un Istituto che agisce con spiccata mentalità privatistica e che, nella sua azione, è portato a considerare principalmente la redditività e la sicurezza degli investimenti finanziati, con la inevitabile, conseguente tendenza ad orientare la sua assistenza finanziaria verso gli investimenti che si localizzano nelle zone più progredite del paese, in quelle· zone, cioè, ove è più agevole soddisfare le esigenze di una sana gestione dei finanziamenti. Né varrebbe obiettare che a tale naturale tendenza potrebbe fungere da correttivo l'azione del Comitato amministrativo del « Fondo », che, coine si è detto, do.vrebbe essere formato da Ministri componenti del CIPE. Quali che possano essere i poteri del Comitato, infatti, è di tutta evidenza che la valutazione tecnico-finanziaria delle iniziative non potrebbe non restare demandata all'istituto di finanziamento, a meno di trasfo-rmarlo· - il che sembra palesemente inammissibile - in un organo pubblico di mera erogazione. D'altra parte, non può essere trascurato, malgrado le riserve di cui si è detto, il ruolo positivo svolto dagli Istituti speciali sotto il pròfilo della promozione di nuove iniziative nel Mezzogiorno, pro-mozione che verrebbe a cessare una volta che tt1tto il sistema del credito speciale venisse unificato in un solo- Istituto con competenza nazionale. Quanto, poi, alla abrogazione delle misure agevolative speciali, basterà considerare che l'amministrazione unitaria degli incentivi non ha m~i fatto registrare risultati positivi per il Mezzogiorno. Anche in questo campo, l'esperienza dimostra che i gruppi di pressione delle regioni più progredite riescono sempre a far prevalere le proprie esigenze a danno di quelle delle regioni meno sviluppate. Le specifiche « riserve » di tanto in tanto stabilite in favore del Mezzogiorno nel corso di un secolo di legislazione sono, del resto, nate proprio dalla constatazione di questa inevitabile tendenza. D'altra parte, anche l'esperienza più recente dimo~tra quali conseguenze possono derivare al Mezzogiorno dalla mancanza di una amministrazione « speciale » per i singoli incentivi. Intendiamo riferirci alla legge 30 giugno 1959, n. 623, che, pur predisponendo misure più favorevoli (anche se non di molto) per il Mezzogiorno, a causa della sua amministrazione unitaria è venuta a rappresentare un poderoso stru:- mento di localizzazione delle nuove iniziative nei territori del Centro- .Nord, contribuendo in tal modo, malgrado le chiare, opposte intenzioni del legislatore, ad un aumento del divario ~ra· Nord e Sud. 13. Le considerazioni che precedono ci sembrano sufficienti a dimo23 B~blio·ecaginobianco
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