I I • Miti e paradossi della programn1azion.e: la « l 1assa per il Settentrione »? deve pervenire se si passa ad un analitico· e~ame delle conseguenze logiche che da tali premesse si fanno discendere al fine di delineare le nudve linee della politièa meridionalistica. Esse possono essere così sin- . tetizzate: a) soppressione del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno; b) estensione anche al Nord della competenza territoriale della « Cassa »; e) s·oppressione della figura del Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno; d) creazione del Fondo di sviluppo economico e sociale. A specifica giustificazione della proposta di soppressione del Comi ta t~ _dei Ministri per il Mezzogiorno, viene addotta la necessità di ricondurre al CIPE il potere di programmazione, di coordinamento e di indirizzo degli interventi nel Mezzogiorno, e di evitare l'esistenza di un organo capace di esprimere un proprio i11dirizzo· ammi11istrativo cui sottende un proprio indirizzo politico. È evide11te che tale proposta dà per scontato che la so-ppressione del Comitato no-n determinerebbe alcun vuoto fu11zionale o istituzionale, in qt1anto ai vuoti creati potrebbe supplire il CIPE. In effetti, nel sisfema creato dalla legge 6 giugno 1965, n. 717, CIPE e Comitato dei Ministri hanno posizioni e funzioni completamente diverse. Spetta infatti al primo., quale massimo organo· di indirizzo di tutta la politica economica nazionale, indicare - oltre che le « line~ ge11erali » per la sua elaborazione ~ le « direttive generali » intese all'attuazione del Programma economico nazionale e, come afferma la legge istitutiva, « promuovere e coordinare a tale scopo l'attività della pubblica Ammi:µistrazione ~ degli enti pubblici »; spetta al secondo predisporre i piani pluriennali di coordinamento degli interventi pubblici - da approvarsi dal CIPE - diretti a promuovere ed agevolare la localizzazione e la espansione delle attività produttive e di quelle a carattere sociale nei territori meridionali. 'Tenuto conto del contenuto del « Programma » in vigore e di quello d,el secondo « Programma», che, come già si è rilevato, non potrà es• sere molto differente, questa ripartizione dei compiti tra CIPE e Comitato dei Mtnistri per il Mezzogiorno appare del tutto logica e necessaria. Appare, cioè. logico e necessario che, per quanto riguarda il_Mezzogiorno, gli orientamenti di politica economica, necessariamente indicat~ in modo generico e, alle volte, del tutto vago, dal « Programma», tra- .vino specificazione ed articolazione da parte. di un organo che per struttura, posizione e competenza istituzionale s~a in grado di provvedere ad una valutazi0;ne più diretta e più concreta delle specifiche esigenze cui debbono sopperire gli interventi pubblici nelle regioni meridionali. Si 17 Bibliotecaginobianco
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