I Miti e paradossi della programmazione: la « Cassa per il Settentrione »? nostro paese: a costoro, dicevamo, non può essere sfuggito che discorsi d~ questo genere non hanno co,ntenuto concreto se riferiti al Programma attualmente in vigore. Non si afferma nulla di nuovo e non si può certo passare come oppositori della programmazio·ne eco·nomica, se si osserva che il Programma, per quanto concerne la indicazione dei settori di intervento e la precisazione della natura degli interve11ti occorrenti per il raggiungin1ento degli obiettivi meridionalistici da esso posti, è di una genericità sconfortante; e tale, comunque, da non poter certo essere assunto• a base di una nuova politica meridionalistica che - venuta meno. ogni distinzione tra intervento ordinario ed intervento· straordinario - dovesse trarre la sua ispirazione ed il suo contenuto esclusivamente dal testo dei documenti di programmazione. Ora, se, come riteniamo fermamente, l'intendimento di procedere per gradi alla soppressione dell'attuale ordinamento dell'intervento straordinario trova la sua spiegazione in tale tipo· di considerazioni, non si può non rilevare che esso vi trova anche il suo limite e le ragioni della sua inconsistenza sostanziale, sia pure sotto un profilo esteriore clel tutto razionale. È infatti frutto di una valutazione astratta e, vorremmo dire, velleitaria, il ritenere che il secondo Programma economico quinquennale, quello che dovrà guidare la politica economica del paese nella prima metà degli anni '70, possa essere molto diverso dal primo quanto alla sua struttura e alla strumentazione di cui potrà avvalersi. È facile anticipare che anche il secondo Programma non potrà non risolversi, stante la situazione politica del paese, nella indicazione di determinati obiettivi (che non potranno, ovviamente, divergere dagli obiettivi del Programma in vigore), dell'auspicabile ripartizione d-el reddito, delle opportune politiche d'intervento nei vari settori produttivi e dell'assetto territoriale da perseguire per assicurare uno sviluppo equilibrato del paese. Anche il nuovo Programma, in sostanza, non costituirà l'indicazione di ciò che « si farà» (nel settore pubblico dell'economia) e di ciò che, attraverso condizionamenti indiretti, si « indirizzerà a fare >> (nel settore privato); per l'uno e per l'altro settore, cioè, il Pro·gramma si risolverà· nella specificazione df quello che si « dovrebbe» fare per il raggiungimento degli obiettivi voluti. In tale situazione è di tutta evidenza che la so-ppressione dell'ordinamento speciale dell'intervento straordinario, e l'~ffi.damento delle responsabilità dello· sviluppo- del Me~zogiorn<? agli organi della programmazione, significherebbe rinunciare alla possibilità di una co-nsapevole azione, diretta o indiretta, dei pubblici pot,eri ai fini dello sviluppo del Mezzogiorno. 13 Bibliotecaginobiar)co
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