Massùno Annesi esigenze di puro raziocinio, ma è stata determinata da co·nsiderazioni che tengono conto sia delle opportunità che si offrono a non lunga scacle11za,sia della impossibilità di impostare un d~scorso così importante con riferimento ad un documento, il Programma di sviluppo economico, che, nella sua attuale formulazione, non offre molti punti di sostegno per la nuova concezione dell'azio,ne meridionalista. Da un lato, cioè, non può non aver avuto un ruolo rilevante la co11siderazione dell'occasione offerta dalla delega che la legge 27 febbraio· 1967, n. 48, concer11ente le attribuzioni e l'ordinamento del Ministero del Bilancio e della programmazione econo-mica e la istituzione del CIPE, ha conferito al governo, per l'emanazione, entro un anno dalla sua pubblicazione, delle norme necessarie per il riordinamento delle attribuzio11i e della composizione dei Comitati dei Ministri aventi competenza in materia economica e finanziaria. Riordinamento che - secondo i criteri direttivi fissati dalla tielega - dovrà attuare una revisione delle attribuzioni dei singoli Comitati, al fine di coordinarne l'azio11e con quella del CIPE, ovvero di sopprimere quei Comitati « le cui attribuzioni possono essere trasferite per identità di compiti o per più efficace svolgimento degli stessi, al Comitato interministeriale per la programmazione economica ». È appena il caso di osservare che 1~ norma di delegazione ha un contenuto così ampio che una legge delegata ben potrebbe - senza suJ~erare i limiti della delega - procedere senz'altro alla soppressione dell'attuale Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, infliggendo, in tal modo, un formidabile colpo d'ariete all'attuale ordinamento dell'intervento straordinario e creando, nello stesso tempo, la premessa dalla quale far successivamente scaturire, come logica conseguenza, tutte le altre innovazioni proposte (abolizione della figura del Ministro per gli interventi straordinari, estensione dell'azione della Cassa al Nord, soppressione degli istituti speciali di credito del Mezzogio-rno, ecc.) che, 110n rientrando nei limiti della delega, dovrebbero essere attuate con successive leggi. Ma certamente no11 è stata solo l'intenzione di avvalersi, « intanto », della legge-delega, che ha indotto alla distinzione tra problemi (e soluzioni) di breve periodo e ·problemi (e soluzioni) di lungo periodo. A chi sostiene che l'ordinamento dell'intervento straordinario e la stessa concezione della straordinarietà l1a ormai fatto il suo tempo; che la strumentazione dell'azione meridionalista deve essere rivista e profondamente modificata in relazione alla programmazione econo-mica; che un meridionalismo moderno ha la sua ragion d'essere e la sua validità esclusivamente nel piano e nella politica di piano, basata sulla necessità di superare gli squilibri territoriali, umani, sociali ed econo·mici del 12 Bibliotecaginobianco
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