Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

I • Miti e paradossi della programniazi~ne: la « Cassa per il s·ettentrione »? economica, il raggiungimento degli obiettivi del programma per quanto riguarda lo sviluppo· del Mezzogiorno ». Egli ha anche rilevato la necessità di promuovere un tipo di azione diversa, che superi la concezione del sistema degli incentivi, ed affro•nti il problema della promozione di · 11uove iniziative industriali, di grandi dimensioni, da realizzarsi sia attraverso le direttive alle imprese pubbliche che attraverso la contrattazione con le imprese private. Dal conto suo, l'on. Mancini, pur non entrando nel merito delle specifiche questioni istituzionali, ha affermato che un nuovo• meridionalismo « ha la sua ragione d'essere nel piano e nella politica di piano », basat·o sulla necessità di superare gli squilibri territoriali, umani, sociali ed economici del nostro paese. Di qui la necessità di rivedere tutti gli strumenti della politica m·eridio,nalistica, essendo cambiata, nel frattempo·, sul piano concettuale e sul piano politico, l'impostazione generale. 6. Quale che sia il giudizio di merito su questa nuova impostazione del dibattito meridionalistico, una cosa è certa: essa è stata posta in termini che, se non possono definirsi rigorosamente realistici, ed immuni da una certa contraddittorietà, so·no senz'altro espliciti, e non consentono risposte interlocutorie. Occorre perciò che gli ambienti meridionalisti si pronuncino su di essa ccJn altrettanta chiarezza. Proprio a precisare i termini del problema, e ad evitare equivoci, ten·dono queste note. Prima di entrare nel ~erito dei giudizi e delle proposte for1nulate, una premessa - che si potrebbe dire metodologica - sembra peraltro necessaria. Vogliamo, cioè, rilevare che, a nostro avviso, non solo non ha molto senso, ma deve considerarsi molto pericolosa la distinzione - relativamente all'intervento straordinario nel Mezzogiorno - tra problemi del breve periodo e problemi del medio e lungo periodo. La politica che verrà adottata a partire dalla nuova legislatura sarà veramente decisiva per la soluzione del problema meridionale o, come assai più impropriamente da taluno si preferisce dire, del problema del riequilibrio territoriale del paese. Il tempo a disposizione è, cioè, estremamente ridotto, e non può essere sciupato per attuare riforme a « singh.iozzo » - con le conseguenti, lunghe, ed inevitabili, pause di assestamento, di orientamento e di rodaggio delle nuove strutture e con gli inevitabili vuoti di potere - dell'ordinamento dell'intervento straordinario, alla ricerca della soluzione ottimale. Ci rendiamo ben conto che la· distiniione, sulla base di un metro meramente. temporale, dei problemi della strumentazione della politica meridionalistica, non è dovt1ta ad astratte valutazioni, o ad ossequio ad 11 Biblio· ecaginobianco

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