Massimo Annesi -A ben guard-are, tutta la ~toria -della politica meridionalista, in oltre un secolo di vita unitaria, è infatti caratterizzata da sintetiche enunciazioni, a scadenza periodica, di obiettivi e di mezzi d'azio11e, tradottesi, alle volte, in vere e proprie parole d'ordine, che hanno finito con l'assumere il significato di altrettanti miti, sia pure del t1.1tto effimeri, ov- · vero risoltesi in vere e pro-prie « fughe in avanti ». Nel corso di un secolo, si è così passati, a seconda dei momenti storici, dal mito del « buoi;i governo » ( cioè dell'automatico sviluppo economico e civile del Mezzogiorno in conseguenza dell'unificazione normativa e della estensione al Sud delle istituzioni piemontesi) a quello delle costruzioni ferroviarie e stradali che avrebbero posto .fine, in conseguenza dell'unificazione del mercato, all'isolamento -del Mezzo-giorno, ed alle grandi aspettative riposte nella riforma del sistema fondiario, nella quotizzazione delle proIJrietà collettive e nelle « leggi speciali ». E, in tempi a noi più vicini, grandi aspettative di effetti risolutivi sono state riposte nella riforma fondiaria, nella preindustrializzazione, nella esecuzione di infrastrutture specifiche, nell'ordinamento del credito industriale e nella politica del « fattore umano-» .. Si è trattato, come purtro-ppo ciascuno può constatare, di concezioni talvolta fideistiche che, a tacer d'altro, hanno avuto il torto di investire singoli aspetti del complesso problema e di far completa astrazione dal. contesto generale in cui le specifiche misure di· volta in volta invocate sarebbero venute a collocarsi. 3. Anche oggi, la nuova fase del dibattito si è aperta intorno alla 11ecessità, implicitamente affermata, anche se non chiaramente enun- . ' ciata, di abbandonare le strad·e fi11ora tracciate (anche se non sempre concretamente e- razio-nalmente seguite) e di impostare l'azio-ne di sviluppo meridionale su nuove basi, rappresentate, per taluni, -dagli istituti della « contrattazione » e dai « blocchi di investimento » e, per altri, da una concezio11e che - richiamandosi alla politica di programmazione economica ed al nuovo assetto istituzionale determinato dal riordinamento del Ministero del Bilancio e dalla creazione del Comitato interministeriale per la programmazione eçono1nica - mette in discussione l'intero ·sistema organizzativo e funzionale dell'intervento straor- · dinario, con la co-nseguenza, più o meno consapevole, di arrivare alla eliminazione delle due fondamentali conquiste della legge 26 giugno 1965 n. 717: il razionale assetto istituzionale del complesso organizzativo preposto alla politica meridionalista e la concentrazione degli interventi della Cassa per il Mezzogiorno nei comprensori meridionali suscettibili di più rapido ed int~ro sviluppo. Questa nuova concezione in ordine al contenuto della politica me8 Bibliotecaginobianco
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