.. . I Miti e paradossi della programmazione: la « Cassa per il Settentrione »? il finanziamento solo per il quinquennio 1965-69, attraverso l'apporto di 1.640 miliardi : somma che ben presto doveva rivelarsi inadeguata alle concrete esigenze d'intervento, tanto che, con la successiva legge 21 giugno 1967, n. 498, si doveva provvedere alla integrazione della dotazione della « Cassa » con un ulteriore apporto di 260 miliardi per far fronte agli oneri derivanti dall'assunzione degli impegni di pagamento di interessi relativi ai finanziamenti industriali sca·duti dopo il 1969. Quanto al profilo istituzionale, è noto che la legge 26 giugno 1965, n. 717, pur inserendo l'intervento straordinario nel contesto della programmazione economica nazionale, veniva approvata in un momento in cui il « Programma economico nazionale » non aveva neppure iniziato il suo faticoso iter parlamentare, e quando né l'assetto istituzio:nale della politica di piano (ordinamento- del Ministero del Bilancio e creazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica), né le procedure della program.mazione avevano ancora conseguito la loro definizione normativa. 2. Questa essendo la situazione in cui venne emanata la legge proroga dell'intervento straordinario, è più che logico che oggi, approvato dal Parlamento il Programma economico nazionale per il quinquennio 1966-70, approvato altresì il nuovo assetto del Ministero del Bilancio e della programmazione e - attraverso le leggi delegate del giugno 1967 - quella degli organi preposti alla politica economica programmata (pur m~ncando ancora la legge sulle procedure) si riapra il discorso sui criteri che debbono presiedere all'azione dei pubblici poteri nel Mezzo- • • giorno. Una intensa ripresa della discussione sul Mezzogiorno trova d'altra parte giustificazione anche in due circostanze di carattere obiettivo. Da un lato, !;avvicinarsi del 1969, e cioè dell'anno in cui verrà a scadere il finanziamento della « Cassa», assicurato, come si è detto, dalla legge n. 717 solo per il quinquennio 1965-69 e con un conferimento di disponibilità che già oggi possono considerarsi impegnate quasi integralmente. Dall'altro, il risultato delle recenti indagini sulla situazione economica del Mezzogiorno che hanno co-nfermato· che in questi ultimi anni il divario Nord-Sud, lungi dall'essersi attenuato, è di t1uovo aumentato, come inevitabile conseguenza di una notevole diminuzione degli investimenti (e di quelli industriali in particolare) nelle regioni meridionali. C'è, quindi, ampia materia per alimentare la ripresa del dibattito, il quale, stando alle prime sue manifestazioni, non sembra sottrarsi a quella che è· stata una caratteristica ·costante delle discussioni sul Mez- • zog1orno. 7 Bi ·1iotecaginobianco
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