Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

Editoriale iniziale) di unificazione europea, allora veramente sarebbe il caso di dire che non tutti i mali vengono per nuocere; sarebbe, forse, addirittura possibile dire che si è realizzato un guadagno, non essendo necessario spiegare quale grande elemento positivo sarebbe per l'equilibrio mondiale e per la presenza europea nel mondo l'azione di una comunità europea realmente ed efficacemente unità. Purtroppo, è proprio sotto questo punto di vista che, a giudicare dai primissimi indizi, la decisione del governo inglese rischia di sortire effetti meno soddisfacenti. È vero, infatti, che si è avuta da varie parti una non equivoca formulazione di auspici di una maggiore partecipazione britannica alla vita e alla politica europea. In Francia, poi, sia in via ufficiosa che nella stampa vicina agli ambienti di governo, questi auspici sono stati più calorosi e, dati tutti i noti precedenti, fino al recente veto all'ingresso della Gran Bretagna nel MEC, più significativi. Ma si è anche avuto modo di notare, subito dopo, che tutto ciò non è destinato a portare molto lontano, se rimane soltanto commento politico quotidiano, appoggiato magari a gesti formali di comprensione e di buoni rapporti diplomatici. Al punto in cui siamo, lo s(esso ingresso inglese nel MEC potrebbe, ormai, essere un episodio privo del grande valore che avrebbe avuto fino a qualche tempo fa; potrebbe essere, cioè, un fatto il cui valore si potrebbe esaurire nel suo, pur indubbio, significato sul piano della vita economica continentale. Al punto in cui siamo, sarebbe _necessario che, tra i governi di un certo numero di paesi europei, se essi veramente hanno e vogliono esprimere una politica europea, si cominciasse a parlare più concretamente di istituzioni politiche europee e della formulazione di una linea di politica europea comunitaria nelle grandi questioni internazionali. I frequenti aggravamenti della situazione mondiale dimostrano, per tutti, che il futuro può, da_un momento all'altro, rivelarsi assai più breve di quanto non si creda. E, d'altronde, più la formazione di un organismo politico europeo sufficientemente unitario viene rimandata nel tempo, minore certamente ne sarà la portat& per l'Europa e per il mondo. Da vent'anni le classi dirigenti dei paesi europei sono sorde a queste constatazioni, così evidenti da potersi definire addirittura banali, e per la loro sordità hanno pagato e pagano il prezzo che tutti sappiamo. Che le più recenti vicende inglesi possano essere, per esse e per l'Europa, un can1panello d'allarme efficace e ancora tempestivo. 5 BibliotecaGino Bianco

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