., Tarcisio Amato Affermazioni come quelle di. Mack Smith possono certo lasciare il tem po che trovano in ristrette cerchie di studiosi e specialisti, ma operano tuttavia in segreto e a largo raggio guasti e rovine politico-n10rali che poi si possono· difficilmente rimediare. La verità è in primo lt1ogo che, nonostante tutte le riserve fatte e da farsi, l'esercito italiano negli anni che precedono la prima guerra mondiale rappresentava uno strumento bellico di note.- vole potenza ed efficienza (cfr. l'importante studio di G. Rochat, L'esercito italiano nell'estate 1914, in « Nuova rivista storica», maggioagosto '61). Per .re~~ituire inoltre giustizia, al di là di ogni facile partigianeria, a coloro che si impegnarono nella tremenda imp,resa dell'intervento in guerra, bisogna ricordare che nell'autunno del '14, dopo il rimpasto del ministero Salandra, il lavoro di preparazione militare « fu affrontato in modo sistematico da un nuovo .ed energicoministro della Guerra, il generale Vittorio Zupelli. .. Zupelli e Cadorna elaborarono un piano dettagliato ed elastico di mobilitazione graduale, da attuare con il minimo possibile di pubblicità: l'obiettivo non era tanto di ingrandire quantitativamente l'esercito, quanto di garantire che, una volta completata la mo·bilitazione, tutte· le unità combattenti avessero gli effettivi al completo e f assero in piena efficienza. Fu data la priorità anche al completamento del_programma· del 1910 per la modernizzazione dell'artiglieria. Entro dicembre i magazzini militari furono ricolmi,· fu costruita la maggior parte delle fortificazioni di frontiera necessarie come copertura per la mobilitazione, mentre la preparazione dei piani dello stato maggiore per un'offensiva contro l'Austria-Ungheria era ormai entrata in uno stadio avanzato. Grazie ai generosi stanziamenti del governo, il programma massimo _quadriennale elaborato nel 1913 da Spingardi e Pollio e respinto per ragioni finanziarie, fu attu·ato dai loro successori in pochi mesi, sotto la pressione della guerra in atto» (Seton Watson, op. cit., pp. 495-96). Con buona pace dei « revisionismi» d'ogni sorta, ci sembra di poter già anticipatamente concludere che questa no·bile, ispirata e vasta sintesi della storia italiana dopo l'Unità, riconfermi a quarant'anni di distanza (come ci riserviamo di mostrare anche meglio una prossima volta) la sostanziale validità d'impianto della classica Storia d'Italia del Croce. Un'opera, questa, che Watson cita più volte nelle sue fitte 150 pagine di note. Mack Smith non è discusso nel volume del suo autorevole colleg~ britannico; ma noi speriamo che egli saprà co-munque trarre profitto dalla lettura di questo serio contributo di storia generale nel suo imminente lavoro, annunciato anche in Italia, che porta il titolo Da· Cavour a Mussolini. TARCISIO AMATO Direttore Responsabile : Francesco Compagna - Condirettore : Giuseppe Galasso "! Vice-direttore : Rosellina Balbi - Segretario di ~Redazione: Renato Cappa - Redattore capo : Ernesto Mazzetti. Tipografia « La Buona Stampa», Via Roma 424, Napoli .- Spedizione Ji.n abbonamento postale. Gruppo III - Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Napoli N. 1324, 26 gennaio 1960. Printed in Italy - Tutti i diritti di p~oprietà letteraria ed art. riservati. Bibliotécaginobianco T
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