I I Recensioni Questo orientamento culturale ed educativo anticipa in certo senso, a nost,ro, parere, l'evoluzione di molti fenomeni che saranno tipici della società ottocentesca. Se infatti ci soffermiamo a considerare quelli che possiamo considerare i due processi socio-econo 1 mici fondamentali della società europea occidentale dell'Ottocento - urbanesimo e rivoluzione industriale - è immediato riconoscere il ruolo determinante giuocato dalla figura dell'ingegnere in q11esti co-ntrastati sviluppi, e rilevare che, malgrado le indiscusse critiche e i limiti da riconoscere all'attività della classe dei teonici di allora, purtuttavia una vasta e rigorosa preparazione scientifica è stato il necessario presupposto, in assenza del quale gli interventi allora attuati nei campi più diversi - dall'im-piantistica a scala urbana alle infrastrutture stradali, alle strutture speciali - non avrebbero neppur potuto essere impostati intuitivamente. Non diciamo del resto nulla di nuovo, ricordando il ruolo ottocentesco dell'ingegnere; gli storici dell'architettura moderna sono infatti unanimi nel riconoscere il carattere anticipatore, in senso tee-nico e scientifico, della cultura ingegneristica dell'Ottocento, in contrapposizione a quella, tanto più volta al passato, dell'architetto. Beninteso, ciò non significa che non si condividano talune riserve sugli esiti immediati e a più lunga scadenza di questa dicotomia di preparazioni e di competenze; qui si vuole solo ribadire la constatazione di una più pertinente e pronta risposta, fornita dalla classe degli ingegneri ottocenteschi alle molteplici richieste di una società in fase di rapida trasformazione, qual era quella del secolo scorso. La vicenda ottocentesca della Scuola napoletana di Ingegneria si presta perfettamente a delineare tali rispondenze; Russo, che ne narra minutamente le fasi (dalla nascita nel 1811 come Scuola d'Applicazione per gli Ingegneri di Ponti e Strade, alla sua ricostituzione nel '17 dopo la Restaurazione, alla sua trasformazione in Reale Scuola d'Applicazione per gli Ingegneri dopo l'Unificazione, e successivamente in Reale Scuola Politecnica, istituzione immediatamente precedente la attuale Facoltà di Ingegneria, fondata nel 1924), rievocando docenti e programmi, fatti legislativi e spostamenti delle sedi, traccia u·na « storia » il cui interesse, come dicevamo, va oltre la preziosa informazione che ci fornisce. Al di là infatti della sua narrazione dettagliata, e attenta a tanti fatti collaterali, traspare costantemente, per chi sappia andar oltre. i fatti evocati, un rapporto fra Scuola e società. sempre aderente alle varie fasi attraversate dall'una e dall'altra. Particolarmente vicina alla nostra sensibilità risulta la rievocazione della appassionata fase della ricostruzione post-bellica, e degli uomini che vollero la rip,resa della Facoltà, gettando le basi di quello che, dopo la riorganizzazione, attuata s~tte anni or sono, è l'attuale ordinamento. Di quest't1ltimo Russo traccia un panorama assai dettagliato, che naturalmente non è il caso qui di riassumere; cerche: _remo soltanto di cogliere le tendenze manifestatesi, nel tempo, attraverso i varii riordinamenti dei corsi di studio. Emerge nettissima, com'è evidente, la tendenza alla successiva inclusio•ne di nuove branche, di nuovi campi di rièerca e di insegnamento, e parallelamente, quella alla graduale articolazione in settori di specializzazione sempre 117 Bibliotecaginobianco
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