Corrado Beguinot Il ruolo dell'ingegnere · Il volume nel quale Giuseppe Russo ha, con riconfermata perizia di studioso di storia, raccolto notizie e doct1menti sulla varia vicenda della Scuola napoletana d'Ingegneria, (La Scuola d'Ingegneria in Napoli, 1811-1967, a cura di Giuseppe Russo, Istituto Editoriale del Mezzogiorno) presenta un interesse che va ben al di là di una informazione, sia pure criticamente aggiornata e valida. Esso infatti, come vedremo, non solo si presta a non poche considerazioni, dj piena attualità, sul rapporto fra scuola e società, ma altresì stìmo1a a riconsiderare, in una visione allargata e consapevole, il ruolo dell'ingegnere nella prospettiva della nostra civiltà di domani. Lo studio, preceduto da una prefazione del Preside della Facoltà, prof. Luigi Tocchetti, è condotto- con filologica mint1zia su una massa vastissima di documenti, è però tutto pervaso di una aftìnata capacità interpretativa; e da esso emergono, con singolare suggestione, non solo le vicende della Scuola napoletana d'Ingegneria, dalla fo.ndazione ai giorni nostri, ma anche le diverse personalità degli studiosi e docenti che di queste vicende furono i protagonisti, ricchi di una complessa umanità che nella evocazione del1' Autore .è sempre presente, accanto al ricordo dei loro meriti scientifici. Nel capitolo iniziale, che tratta dell'ordinamento degli studi e delle professioni di ingegnere e di architettq nei secoli dal XVI al XVIII, sino alla vigilia cioè della nascita della Scuola di Applicazione per gli Ingegneri di Ponti e Strade, Russo, oltre a delineare l'evolt1zione delle competenze rispettive (Ingegneria e Architettura; In·gegneria civile e Ingegneria militare), citando episodi e mettendo in rilievo molte peculiarità dell'una e dell'altra branca, analizza acutamente il ruolo delle scienze matematiche nella cultura e nella società napoletana settecentesche. In , Vico l'insegnamento delle scienze matematiche è ancora considerato come uno strumento educativo fine a se stesso, mentre già in Genovesi, alla metà del Settecento, è chiaramente affermato e sviluppato il concetto di una pratica utilizzazione di tali studi. È questo, a nostro parere, un punto che merita attenta considerazione: è infatti proprio nel Settecento che matura, per poi sfociare nell'Illuminismo·, quella consapevolezza del valore della ratiocinatio in cui va identificata una delle radici della cultura mode~na. Non a caso, come ricorda lo stesso Russo, verso la fine del secolo Gaspare ·Monge auspica un orientamento educativo verso la conoscenza « degli oggetti che esigono esattezza». Possiamo quindi individuare senz'altro nel « secolo dei Lun1i » il momento storico in cui il pratico operare dell'ingegnere, abbandonando definitivamente il campo di un empiTismo sia pur confortato dal rispetto ·di regole pratiche fondate su semplici nozioni scientifiche, si trasforma in un'attività in cui il rigore di una approfondita preparazio·ne scientifica governa ed orienta tutti gli interventi. Un'attività in cui non esiste speculazione pura come fatto autonomo e giustificato in sé, ma in cui diviene sempre più dominante la concezione della ricerca scientifica co1ne base e stimolo ad un pratico operare vieppiù rigoroso, ,diversificato, complesso. 116 Bibliotecaginobianco
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