Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

Raffaele Catalano dove il comunismo aveva· ispirato la più gloriosa tra le resistenze europee ed era stato capace di creare una nazione, dimostrò che Stalin identificava il comunismo con gli interessi nazionali .dell'Unione Sovietica. Questa critica, del resto, non può essere rivolta soltanto al dittatore georgiano. Gaeta mette giustamente in evidenza, nel capitolo dedicato alla destalinizzazione, il puerile semplicismo con il quale Kruscev liquidò lo stalinismo. Stalin, in realtà, non fu la figura ignobile descritta da Kruscev, perché il sistema :che egli si trovò a guidare per circa un trentennio non era il capolavoro di perfezione esaltato dal suo successore. I « marxisti» che hanno accettato la destalinizzazione gonfiando, per contraccolpo, il mito di• Lenin, hanno davvero acquisito il comunismo come una religione, nella quale le varie ipotesi sulla realtà non sono strumenti di indagine ma verità di fede. A loro volta, anche la politica degli Stati Uniti, e quella dei loro maggiori alleati, Francia ed Inghilterra, non si prestano ad un giudizio univoco e Gaeta, che pure mostra di condividere la scelta delle democrazie di creare un p·atto militare contro l'invasione stali,niana dell'Europa, è tutt'altro che benevolo nei confronti del loro atteggiamento. Molto giusto ci. sembra l'inquadramento_ del piano Marshall nella situazione del dopoguerra. Se è vero che gli Stati Uniti non furono mossi da esigenze umanitarie nella grande politica di ricostruzione dell'Europa, è un fatto che il piano Marsh.all fu il frutto di una visione della situazione mondiale di larghissimo re~piro. È un fatto, ·oltretutto, che, se gli Stati Uniti fossero stati mossi dall'intento egoistico di controllare una congiuntura troppo favorevole, congiuntura di cui comunque non potevano temere le conseguenze per la situazione di privilegio in cui si trovano in quegli anni, non avrebbero fornito all'Europa, come pure fecero, materia prime di cui essi stessi lamentavano la penuria, ma prodotti finiti. L'opposizione sovietica al piano Marshall, che costò durissimi sacrifici agli Stati industriali dell'Europa Orientale, fu dettata prevalentemente dalla paura. Gli Stati Uniti, comunque,. non furo·no più, nel dopoguerra, quello che avevano finito per rappresentare per molti europei nel corso del conflitto. L'America degli anni 'SO fu un paese che, anche senza tener conto del sus~ sulto maccartista, cominciò a riscuotere la fiducia di tutti i ceti conservatori. Prescindendo dagli aspetti più clamorosi, e perciò marginali, della politica del containment, come la difesa di molti regimi antinazionali in Asia, l'at- · teggiamento -nei confronti dell'America Latina - che aveva già sperimentaJo la politica del Big Stick del primo Roosevelt in difesa degli interessi delle grandi concentrazioni finanziarie nordamericane - diventò, nonostante taluni episodi nei quali il governo americano mostrò notevole lungimiranza, sempre più discutibile. · È in questo contesto, caratterizzato dalla crisi del comunismo e dalla prevalenza dell'America conservatrice su quella progressista, che è inquadrata la rinascita delle entità polverizzate. dalla guerra · ed il grande processo della decolonizzazione. Gaeta traccia ,,con molta sobrietà le tappe della r;nascita europea. Fe114 Bibliotecaginobianco

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