Gustavo Minervini - Raffaele Catalano nazionale. Certo, si tratta di discorsi di indirizzo, a ... maglie larghe, bisognevoli ancora di molte puntualizzazioni; ma sulle linee direttive siamo pienamente d'accordo. La prima proposta di Rt1ffolo suscita per contro qualche perplessità. Innanzi tutto si ,deve ·dire con chiarezza che essa prevede la trasformazione della società per azioni esercente grande impresa, in fondazione. Una soGietà per azioni in cui tutti gli azionisti sono privati del _diritto di voto co,sa altro è, in effetti, se non una fondazione (d'impresa)? Così chiarite le cose, va rilevato che la prospettiva di riforma non è nuova: come testé ha ricordato il Rescigno (Fondazione e im.presa, in « Riv. soc. » 1967, pp. 813 s., 837 s.), la eventualità dell'utilizzazione dello strumento della fondazione per « socializzare» alcune indu·strie-chiave dell'economia fu presa in considerazione in Germania già nel p1 rimo dopoguerra, e ha una vasta letteratura (che Rescigno cita: v. op. cit., note 2 e 30). Non è questa la sede adatta per approfondire codesto· profilo, che ha una rilevanza prevalentemente giuridico-formale. Il problema sostanziale è piuttosto quello del p·rocedimento di formazione del governo dell'impresa, e della responsa,bilità _ditale governo. Ora, la istituzionalizzazione della prassi della cooptazione non app-are soluzione appagante, bilanciata com'è - nella previsione del Ruffolo - da un controllo pubblico di mera legittimità, ristretto per giunta a « casi limite». Si realizzerebbe così addirittura un arretramento rispetto al pre~ente, in ct1i la possibilità (per quanto remota) di una ribellione degli azionisti è una remora almeno psicologica. alle prevaricazioni più vistose degli amministratori (essi debbono per lo meno somministrare agli azionisti un dividendo « accettabile »), e il controllo di legittimità, in forme varie, è generalizzato. A parte poi che vi sono fasi della vita dell'impresa in cui il sistema della cooptazi~ne è sicuramente inutilizzabile: si pensi alla fase iniziale dell'impresa, in cui devono essere nominati i primi governanti; ·o all'ipotesi di revoca, in cui non può certamente concedersi ai governanti revocati per gravi illeciti di designare i loro successori. Certamente questa proposta deve essere ancora limitata, e forse radicalmente rimeditata. Essa, p·erò, muove da una considerazione esatta, e che vale la pena- di sottolineare: la irreversibilità della vocazione oligarchica della grande impresa .. È questione oggi non già di contrastare questo fenomeno, che è un dato; ma di incanalarlo in solidi argini di doveri di comportamento, di re~ponsabilità e di controllo. GUSTAVO MINERVINI Dalla '' bufera ,, ai nostri giorni La « Storia Universale » di Corrado Barbagallo rimane, a distanza di tempo, non fosse altro che per la felice capacità di divulgazione, una delle opere più singolari della nostra storiografia recente. Opere come questa sembrano destinate a durare molto oltre la persona fisica dell'autore e diventano spesso dei modelli. L'integrazione delle grandi trattazioni storiche 110 Bibliotecaginobianco
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