.. I Recensioni idonee a consentire ai lavoratori (o ai loro rappresentanti) di raccogliere le informazioni necessarie, e ·di esprimere le loro opinioni in modo organico e sistematico. La terza proposta di Ruffolo ha per oggetto la posizione della gra·nde impresa in rap·p·orto al piano. Una pianificazione puramente tecnocratica, arbitraggio per quanto possibile neutrale fra i programmi -delle imprese, e fra questi e i programmi pubblici, è richiesta ormai dalle imprese medesime, come una sorta di pubblico servizio. Ma il nostro scrittore auspica una pianificazio,ne democratica, la quale non solo attui il coordinamento dei programmi degli operatori, ma li inquadri - e li subordini - alle scelte essenziali della collettività nazionale. Piano « a maglie larghe » (precisa Ruffolo ); flessibile e scorrevole, cioè adattabile nel tem,po; ma non per ciò meno imperativo e vincolante. Orbene, alla grande impresa deve riconoscersi il diritto, e in pari tempo deve richiedersi l'adempimento del dovere, di formulare in mo·do autonomo un proprio, piano: inteso questo non già come un insieme di traguardi quanti-- tativi, determinato in una prospettiva di tempo fissa, ma come un co-mplesso coerente di politiche (degli investimenti, del finanziamento,, degli approvigionamenti, dell'occupazione, dei prezzi). In una parola: la strategia dell'impresa. E anche questo piano do1 vrà essere flessibile e scorrevole. Dovranno poi essere istituite procedure che consentano il confro,nto tra piano nazionale e piani delle imprese., e il loro reciproco adattamento. In particolare, l'adattamento ,dei piani delle imprese al piano nazionale deve po·ggiare su un'azione pubblica, svolta dallo Stato co·n mezzi di intervento disposti lungo una scala graduata di coattività (interventi di condiziqnamento generale, interventi persuasivi, contratti di programma, interventi risolutivi [ingiunzioni relative a singoli atti, revoca dei dirigenti]). A questo punto si p,orrebbero i problemi inerenti alla fo,rmazio,ne del piano nazionale, in relazione all'esigenza che esso rifletta scelte effettivamente democratiche, corrispon,da effettivamente all'interesse della collettività nazionale; e .quindi, alla fin fine, i proble·mi del rinnovamento dello Stato, e delle istituzioni pubbliche, del loro adeguamento al dinamismo e al respiro della società moderna. Ma qui l'Autore arresta il suo disco,rso, già così ampio e complesso. *** Mentre l'analisi del fenomeno della grande impresa, nel suo divenire storico, ci trova per larga parte consenzienti, non tutte le proposte di riforma possono, a nostro avviso, andare egualmente immuni da riserve. Precisiamo: la seconda e la terza proposta di R.uffolo sono persuasive. Condividiamo l'opinione che ai lavoratori debba attribuirsi un ruolo di contestazione nei confronti •del governo delrimpresa, e non già una posizione di integrazione nell'impresa; che debba attuarsi una pianificazione democratica, e non meramente tecnocratica, 1n cui i piani elaborati autonomamente dalle imprese ricevano tutta la debita considera~ione, ma sia ben ferma la loro subordinazione alle scelte fondamentali della collettività 109 Bi•blio~ecagi•nobianco
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