Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

Mario Canino ed Enzo Vellecco O, meglio, si pecca spesso nel senso di voler dare, a ciascuna di queste ipotesi, un valo,re determinante. Questo è forse l'errore maggio·re. Non ci si co-ntenta di ip-otesi co·mplementari, si cercano· soluzioni esclusive, co·me in un problema matematico•. Solta11to dopo, quando i risultati vengono misurati, il senno· di tutti cresce a dismisura. Questi vizi di origine, che sono stati alla base di molte impostazioni per l'avvio della politica di sviluppo in tutto il Mezzogiorno, sarebbero imperdonabili, o•ggi, in una politica per la Calabria. Si diceva dell'agricoltura, i cui problemi non potranno essere risolti in via definitiva, se non ci sarà anche un ausilio che venga da altri settori dell'economia. Perché i fenomeni generali influenzeranno i problemi della manodopera, e quindi dei mercati, ma un ausilio specifico e determinante l'agricoltura potrà riceverlo da una industria moderna che utilizzi il prodotto o che almeno· lo commercializzi su scala industriale. Si tratta, come o-gnuno vede, di una suscettività facilmente accerta- ..bile e che non troverebbe certamente chi fosse disposto- a disconoscerla. E tuttavia, sembra ancora difficile ammettere che queste suscettività certe vanno· messe in valore e che, per farlo, non vale finanziare il piccolo frantoio·, il molino o la piccola cantina: questo lo si può anche fare, ma non è così che si mette in valore una suscettività economica. In Calabria, e in larga parte del Mezzogiorno, si consumano oggi su vasta scala prodotti alimentari di marche ben note e reclamizzate di cui la televisione, sopratutto, diffonde l'uso anche nei centri mino•ri, e le piccole iniziative non trovano più mercato neanche nell'ambito locale. Se poi i prodotti ben reclamizzati escono da grandi industrie che sono dislocate in buona parte nel Nord, questo è un piccolo particolare al quale non sembra si dia molto peso•. Mancanza di spirito imprenditoriale, si dirà. Dove sono le forze capaci di assumersi grosse iniziative in questo campo? Al che francamente si può essere assaliti dal dubbio che le associazioni di categoria, le camere di commercio, gli organi di consulenz~ tecnica e tante altre belle istituzioni del genere, forse, non esistono affatto. Quello della industria alimentare e di trasformazione dei prodottj agricoli in genere è ancora un discorso semplice. Ed è fo,rse proprio per questo che no-n viene affrontato con la serietà che n1erita. Ma quando si passa a parlare dell'industria di tipo- nuovo, o di quella ma~ifatt11riera in genere, indubbiamente le cose si fanno più complesse. Allo stato, soltanto, un intervento dell'iniziativa pubblica o un intervento privato ben « concertato » possono assicurare il decollo_ di un apparato pro-duttivo che, sotto molti aspetti, muove soltanto adesso i primi passi. Quanto al turismo, per molta parte della Calabria non si può par104 Bibliotecaginobianco

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