.. I La Calabria difficile « levatrice » nei confronti dell'agricoltura, la quale per la sua debolezza non,· può avere una funzione motrice. Quanto alle infrastrutture, si deve ricordare che l'intervento effettuato in Calabria è stato considerevole. Quando le condizioni di partenza avrebbero scoraggiato· una minore volontà, un grande avanzamento è stato realizzato. Mano a mano. che ci si avvicina ad una condizione migliore, e questo è già in gran parte avvenuto, le occasioni, le opportunità di risolvere determinati problemi si presenteranno, molto più accessibili e convenienti e si farà certamente di più. Si deve ricordare che la Calabria è la regione nella quale, considerando l'intervento complessivo (legge speciale, Cassa, legge per la montagna, piano verde), si è avuto, con molta probabilità, il più elevato tasso di investimenti notoriamente caratterizzati da una redditività differita. Ciò è stato ricordato, tra l'altro, in occasione del recente anniversario delle alluvioni del 1966 per sostenere che gli interventi effettuati in Calabria, a seguito dell'alluvione del 1953, soltanto adesso, probabilmente, cominciano a dare i loro primi risultati. Tuttavia, non basta fare qualcosa, sopratutto quando i lavori pubblici non sono ~ne a se stessi, ma vengono realizzati come veicolo per uno sviluppo generale dell'economia. Ecco perché occorrono idee chiare, le quali possono venire unicamente dal procedere programmaticamente. La lunga serie di studi, ricerche e proposte per la Calabria si è di recente arricchita del Piano territoriale di coordinamento, elaborato dalla Tekne. In questa sede no,n si pretente di dare, del Piano stesso, alcun giudizio. Ma le sue conclusioni generali non possono essere taciute. Il Piano si propone sopratutto di fare della Calabria una regione unitaria, ciò che no·n è mai stata, onde la causa non ultima della sua antica arretratezza. Si rifiuta, nel Piano, stesso, l'ipotesi di una regione al servizio di quelle vicine; e questo è giusto, perché significherebbe ancora procrastinare lo sviluppo della Calabria. Ma l'unica alternativa valida presuppone la capacità per la regione di dotarsi di un -suo apparato di propulsio,nè·. In proposito, si è rifiutata, come ricetta di toccasana quella dello sviluppo turistico, che, evi~entemente, non sarebbe in grado -da solo di costituire il motore propulsivo per l'intera economia regionale. L'agricoltura no-n può certo nemme110 essa costituire la protagonista dell'avvio. La Calabria vuole, dunque, l'industria. Ma allorché si studia:. _rono le suscettività economiche della regione e ci si pose il quesito se puntare su una industria che tendesse a· valorizzare le risorse locali o su una industria di tipo nuovo·, ci si perse un poco nel dilemma, e forse no-n si fece bene né l'una né l'altra cosa. Capita spesso di perdere il senso di questi discorsi quando essi sono ancora allo stato di ipotesi. 103 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==