Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

I La Calabria difficile mercato a mezzo di un'organizzazione commerciale e produttiva adeguata. È invece soltanto nella misura in cui questo processo· di ammo .. dernamento sarà portato avanti che si potrà çontare, per l'avvenire, su un setto,re di vaste prospettive. 7. Se si è potuto a·bbastanza agevolmente risalire dall'esame del credito ad una visione generale del sistema produttivo per quanto riguarda l'industria, ciò non è possibile per l'agricoltura. Sotto la denominazione generica di credito agrario sono comprese infatti forme diverse -di finanziamenti. Inoltre, se ci si vuole fare una idea del fenomeno- creditizio in agricoltura, è indispensabile tracciare un quadro, sia pure sommario, della situazione di questo settore, per il peso che ha (e che è ancora preminente) in un.'economia come quella della Calabria. Nei flussi di credito che vengono convogliati verso il settore agricolo, vanno distinti due tipi fo·ndamentali di operazioni: quelle relative al credito di esercizio e quelle del credito di miglioramento. Il primo è una forma di credito a. breve termine e serve a finanziare operazioni ordinarie dell'attività agricola: conduzione del terreno, acquist~· di bestiame e di macchine ecc. Il secondo rappresenta invece una forma di credito a medio e lu11go termine, e viene concesso per tutte le forme di miglioramento fondiario: irrigazione, costruzioni rurali ecc. Si tratta chiaramente di forme creditizie connesse ad aspetti e momenti distinti dell'attività agricola. Si potrebbe, anzi, dire che esse corrispondano, grosso modo, all'attività ordinaria e a quella straordinaria. L'economia agricola calabrese presenta in verità problemi dell'uno e dell'altro tipo, che vanno• indicati per vedere fino a che punto vi corrisponda adegt1atamente l'attività creditizia. Il fenome110 più rilevante che caratterizza l'agricoltura calabrese è quello dell'esodo· dalle campagne: è un fenome110 di tutto il Mezzogiorno, ma in Calabria esso ha assunto forme più acute a causa della maggiore povertà delle risorse. I_n questa regione, su una superficie agraria (escluse le fo·raggiere permanenti) di 852.400 ettari, i terreni acclivi, ritenuti econo-micamente inidonei per la coltivazion-e, rappresentano il 52,5%, mentre nel Mezzogiorno essi incidono solo per il 30,9% e nel Centro-Nord per il 9,7%. Inoltre, i terreni calabresi appartengono per il 41,7% alla collina e per il 49,6% alla mo-ntagna, e quindi no-n sono a colture intensive. Con queste premesse si comprende, quindi, perché l'esodo dei contadini calabresi sia stato più imponente che nel resto: del Mezzogiorno. Esso, però, se da un lato ha alleggerito · (e continua a farlo) di un peso superfluo le terre più avare, investe talvolta anche le zone meno povere e co-munque consente di affrontare, e per taluni aspetti le impone, g7 B·bi 1iotecaginobianco

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