Nord e Sud - anno XV - n. 98 - febbraio 1968

Mario Canino ed Enzo Vellecco proporzionata al numero degli addetti al settore stesso. Inoltre, quel 7% di addetti all'industria in Calabria pecca fo,rse per ·eccesso, basato com'è sulle statistiche dell'ultimo ce11simento, :nel quale la qualifica di addetto al settore secondario è stata attribuita con un-a certa larghezza. È infatti lo stesso programma regionale che considera quella del 7% una misura da cogliere come un limite, e solo per l'ipotesi più favorevole. Resta però il fatto che, se anche si volesse stabilire la quota degli investimenti industriali in base ad altri elementi, come ad esempio la po·polazione attiva, si dovrebbe in ogni caso concludere per una insufficie11za assoluta di quelli effettuati in Calabria. Basti pensare che anche la Basilicata con 108 miliardi di lire (2,50% del totale) è riuscita a veder destinata sul proprio territorio una quota maggiore di investimenti. Per avere un'idea del panorama i11dustriale calabrese, proviamo ora a osservare il quadro· di tutti gli investimenti effettuati nella regione. L'industria chimica e quella alimentare e di trasformazione dei prodotti agricoli, hanno assorbito investimenti per 38,9 miliardi di lire, pari a oltre il 40% del totale. Vi sono· poi tre settori, quello dei materiali da cos~ruzione, quello dei tessili e dell'abbigliamento e quello meccanico, che han110 ricevuto rispettivamente 14,7; 12,1; e 11,4 miliardi di lire ciascuno. Seguono le inçlustrie metallurgiche con 4,6 e quelle del legno· con 3,6 miliardi di lire. Infine, nelle industrie delJa carta e cartotecnica e in quella della fabbricazione dei mezzi di trasporto· e comunicazione sono stati i11vestiti 2,4 e 2,0 miliardi. Tutte le altre attività industriali l1anno assorbito· investimenti solo per poche centinaia di milioni. È chiaro che vi sono settori che incominciano ad acquistare u11certo rilievo e altri che risultano assenti. Così è per l'industria della gomma, della costruzione di impianti, delle pelli e del cuoio, ecc. Sotto l'aspetto della dislocazione territoriale degli investimenti, fino a questo momento, una certa prevalenza, con circa la metà degli investimenti regionali, è tenuta dalla provincia di Catanzaro, alla quale sono stati destinati quasi totalmente i finanziamenti del settore chimico- e metallurgico. La provincia di Cosenza ha raccolto invece la quasi totalità dei finanziamenti affluiti alle industrie tessili e dell'abbigliamento. I . finanziamenti per le industrie meccaniche sono affluiti per i due terzi in provincia di Reggio Calabria, dove anche le industrie per la costruzione dei mezzi di trasporto e comunicazione vedono dislocata oltre la metà, dei loro finanziamenti. Le industrie alimentari e quelle dei materiali da costruzione sono invece dislocate, con una notevole uniformità, in tutte e tre le province. Sempre sotto il profilo territoriale va segnalato che in Calabria i finanziamenti affluiti a ·iniziative dislocate nei territori dei nuclei di • I 94 Bibliotecaginobianco

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