I La pianificazione regionale nello Stato moderno I prime discendono potranno essere affrontate assai meglio a livello centrale che a livello regionale. L'assetto territoriale del paese, infatti, no11 potrà prescindere dai confronti interregionali, dal momento che la localizzazio.ne di uno specifico impianto in una regione limita per u11 certo tempo la possibilità di realizzare lo stesso tipo di impianto in altre regioni. « Il discorso territoriale regionale - continua Bruni - si può ricondurre nella sua sostanza alla definizione di certi valori aprioristici assoluti che costituiscono un ' prius ' rispetto alla programmazione economica, anche se sono influenzati almeno in parte da considerazioni di convenienza. Una volta definite queste vocazioni prioritarie (agricole, industriali, infrastrutturali, turistiche, artistiche, paesaggistiche, ·dopolavoristiche, urbane) la scelta effettiva e il dimensionamento delle aree specifiche di sviluppo dipendono dal confronto tra convenienze private e benefici sociali. Le interfere11ze regionali sono anche qui -evidenti: se una regione ha una particolare vocazione per il turismo ed una scarsa vocazione per l'in-dustria, le altre regioni ne devono inevita-- bilmente risentire, perché, ad esempio, i loro programmi turistici devono essere considerati come subordinati dal punto di vista prioritario rispetto alla regione che non ha grosse alternative al turismo e via dicendo. Sono, anche queste, cose da vedersi al centro, sentendo sempre, s'intende, la 'base', ma decidendo secondo criteri di comparazione interregionale ». In questo modo soltanto si fa una programmazione regionale che abbia senso e si può evitare l'assurda situazione in cui ci si imbatte oggi quando si guarda a certe linee di sviluppo nel Mezzogiorno; nessuno crede, infatti, che le numerose aree e nuclei di intervento che sono stati creati abbiano una concreta possibilità di sviluppo (su questo punto c'è stata una vera concordanza di opinioni al convegno). Non resta allora che sottrarre la determinazione delle aree di sviluppo agli interessi locali e studiare concretamente la possibilità di creare poche superaree in cui si intreccino i confini comunali, provinciali e regionali, che si inseriscano nelle linee reali di sviluppo del paese. Una decisione di questo tipo non potrà essere presa, ancora una volta, che a livello centrale. La pianificazione regionale dal · basso, ovvero il decentraniento della pianificazione. Un'impostazione ben diversa della pianificazione regionale è quelfa che nasce dall'analisi del modo in cui si formano nello Stato moderno le scelte relative agli obiettivi di sviluppo. Lo sche~a tradizionale della regionalizzazione del piano nazionale, 95 Bibiio~ecaginobianco
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