Nord e Sud - anno XV - n. 108 - dicembre 1968

. ' 1 I Il «factoring» nella politica di sviluppo modo le aziende meridionali, vendendo praticamente per contanti (e non risultando oberate da eccessivo carico d'interessi, occorre ribadire), si troverebbero in grado di praticare alla clientela particolarissime condizioni di favore in tema di dilazione dei pagamenti, avvantaggiandosi notevo1,mente - per questo aspetto almeno - nei confronti della concorrenza. Sarebbe importante altresì che l'Ente di factoring - pur senza cadere . in eccessi che potrebbero essere esiziali, e cioè mantenendo un adeguato ed oculato equilibrio di scelte - non esercitasse una funzione limitativa e restrittiva nel reperimento· çlella clientela finale, ma adottasse elastici -criteri -di responsabile larghezza nell'ammissione delle operazioni alla copertura offerta dalla formula, accettando rischi calcola ti (cl1e potrebbero trovare, nel complesso, copertura di assicurativa pubblica) in funzione di una consapevole politica di espansio,ne dei mercati in favo re d-elle i1 mprese meridionali. Senza indulgere alla tentazione - sempre incombente nelle aree meno· s1.Tiluppate, dove la pressione della disoccupazione è costantemente fo,rte - di eccessive proliferazioni burocratiche, il factor pubblicistico dovrebbe apprestare inoltre attrezzatissimi uffici di ricerca di mercato e di consulenza al servizio delle i1 mprese e dei rispettivi problemi organizzativi, tecnici ed aziendali. Dovrebbe altresì predisporre reti di commercializzazione settoriali co·muni (per esempio per categorie omogenee di prodotti, come gli alimentari, la frutta secca, gli agn1mi, l'abbigliamento, o i mobili ecc.) direttamente riguardanti i principali prodotti delle zone ricadenti nella rispettiva sfera d'azione. · A tali reti i produttori meridionali potrebbero appo·ggiarsi per an1pliare il lo1ro giro d'affari, senza aggravi di costo·. Evidentemente, siffatti molteplici ed impegnativi compiti non potrebbero non recare di necessità un forte carico d'oneri, principalmente finanziari, per il factor pubblicistico. Quest'ultimo, pertanto, dovrebbe in primo luogo essere dotato di adeguata struttura finanziaria propria, s11fficiente per avviare un congruo giro d'affari senza dover corrispondere remunerazioni al capitale. Al contempo l'Istituto dovrebbe esser posto in con-dizioni di accedere con adeguate garanzie (proprie o pubbliche) e soprattutto con sufficien_ti agevolazioni (prima fra tutte quella di un adeguato contributo pubblico agli interessi passivi) al mercato dei capitali, per il reperimento di mezzi aggiuntivi di liquidità sufficienti ad integrare i p·ropri fabbisogni a lungo termine; infine, dovrebbe esset posto in condizioni di poter rifinanziare le proprie operazioni mediante lo sconto presso il sistema creditizio ordinario del complesso dei crediti ad esso ceduti dalla clientela, anche in questo caso con adeguati tempe87 Bibliotecaginobianco . .

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