Antonino Portale fica e dal ramo di attività della clientela stessa all'anticipo o, meno dell'importo, ecc.), sarebbe un grave errore e co,ndurrebbe a risultati pro,babilmente assai lo,ntani dalla realtà e comunque non validi come paradigma assoluto 1 e generale. Ciò che è possibile fare in questa sede è piuttosto tentar di individuare la struttura dei fattori che concorrono a formare i co,sti fir1ali dell'operazione di factoring, appunto per fornire gli elementi paradigmatici di valutazione di massima, che dovranno però poi essere trasposti nella considerazione dei singoli casi operativi per ottenere una valida misura quantitativa del costo della singola operazione da eseguire. Innanzitutto, alla formazione del costo del factoring concorre la cosiddetta commissio,ne o -diritto di factoring, che in misura diversa nei vari paesi oscilla fra l'uno per cento (poco più o meno) e il 2,5%, a seconda appunto -dei fattori selettivi più su indicati; in Italia, ove il factoring è appena agli inizi e il gioco della conco 1 rrenza non ha ancora potuto esercitarsi adeguatamente, il livello della commissione oscilla, seco·ndo i singoli casi, su percen,tuali leggermente p_iù elevate: dal 2% al 3% dell'importo dell'operazione. Tale commissione viene generalmente stabilita in anticipo, anche in relazione all'importo· globale del previsto giro d'affari del contratto; ma non mancano esempi di valutazione caso per caso del relativo importo percentuale, in relazione alla natura ed alle caratteris,tiche della singola 01 perazione, specie se d'im- · porto particolarmente rilevante. La co 1mmissione di factoring è praticamente il so1 lo costo sostenuto dall'impresa cedente il credito con regolamento alla scadenza stabilita, a fronte del complesso di operazioni di contabilizzazio,ne e d'incasso, nonché dell'assicurazione ottenuta del buon finé del credito. E tuttavia, trattandosi di un costo « visibile », che viene ad aggiungersi ai normali costi di gestione aziendali, sembra a prima vista da considerare (ed è considerato,, da mo,lti) un appesantimento dei costi globali del ciclo produttivo dell'impresa. Tanto più, in quanto sostituisce costi che ir! gran parte sono, « invisibili », cioè assai difficilmente calcolabili in assoluto. Si dice spesso, perciò, che il factoring è una formula costosa. In realtà, se si passa a considerare - accanto ed a fronte dell'importo glo,bale della commissione da corrispondere ---- il volume co·mplessivo1 reale dei costi aziendali che il ricorso alla formula consente di eliminare, il giudizio cambia notevolmente. Occorre considerare infatti che il factoring consente - come si è visto - di eliminare tutti i costi connessi agli uffici impiegati in precedenza per i servizi di valutazione, contabilizzazione, gestione del portafoglio crediti e delle rispettive eventuali inso1 lvenze. Tali costi assai spesso vengono valutati- tenendo conto 70 Bibiiotecaginobianco
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