Nord e Sud - anno XV - n. 108 - dicembre 1968

" Carlo Perone Pacifico e di equità per i produttori agricoli? Essa dovrebbe tendere,· ·sempre che possibile, a trasferire alle organizzàzioni di produttori la gestione dei servizi di mercato e ad assicurare assoluto potere di controllo sttll'attivi tà degli operatori commerciali che si giudic~sse opportuno far collaborare alle attività stesse. La collaborazione di questi operatori potrebbe venir richiesta in ogni situazione in cui la loro attività risultasse più efficiente di quella di un organismo di produttori. Il problema allora è quello di trovare strumenti per stimolare e sostenere le organizzazioni di produttori e per controllare gli operatori privati. Vi sono ragioni per cui le cooperative o i consorzi di produttori non hanno operato in questo settore in Campania. Alcune sono di natura generale, legate alle condizioni culturali dei nostri agricoltori; altre, e forse le più determinanti, sono particolarmente legate ai problemi specifici del settore. Si è visto come l'attività di raccolta si componga di diversi servizi, ciascuno dei quali comporta problemi organizzativi differenti e legati alle caratteristiche strutturali dell'offerta agricola di ciascuna zona. Le dimensioni di massima efficienza per il servizio di trasporto a lunga distanza, ad esempio, non sono le stesse che assicurano la massima efficienza dei servizi di raccolta; certe attrezzature indispensabili per le prove qualitative sul prodotto non sono utilmente impiegabili in piccole cooperative; l'esercizio di un impianto di trasformazione per il latte non destinabile al consumo fresco può essere solo conveniente ad un grande organismo; il grande organismo eserciterebbe, d'altra parte, a costi elevatissimi, la gestione di centri di raccolta periferici. Questa situazione imporrebbe che operassero contemporaneamente orga11izzazioni di dimensioni diverse, un'organizzazione centrale (e questa potrebbe essere la Società promotrice dell'impianto) che gestisse i servizi efficienti se esercitati su grande scala, e delle cooperative di basE- cl1e si assumessero la funzione estremamente semplificata di assicurare i servizi di raccolta e di refrigerazione. La gestione di questi ultimi sarebbe esercitata a costo certamente inferiore se organizzata da piccole unità locali. Per la progettazione dei centri di refrigerazione dovrehbe essere assicurata la massima flessibilità, in maniera da adattarli alla struttura dell'offerta locale ed alla configurazione organizzativa di chi li gestisce. Le funzioni dell'organizzazione centrale non dovrebbero però limitarsi a quelle di fornire servizi alle unità di base. Si è accennato prima che ~lno dei vincoli per lo sviluppo della cooperazione in questo mercato è costituito dalla difficile situazione concorrenziale. Questo rende particolarmente onerosa la fase di avviamento delle cooperative, che non 58 Bibiiotecaginobianco

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