Nord e Sud - anno XV - n. 108 - dicembre 1968

·' I • Giornale a più voci che al referendum non ha partecipato, deliberatamente, un'altissima percentuale di elettori greci, e neppure il fatto che i cittadini intenzio 1 nati a votare contro i « colonnel 1 li » erano costretti a richiedere pubblicamente la scheda del « no ». Sorvolando su queste trascurabili circostanze, la requisitoria dei « giovani italiani» si fa ancor più serrata. In qualsiasi paese dove esista la pena capitale, essi affermano, Panagulis sarebbe stato con-dannato a morte. E per pro,vare tale afferm1azione aggiungono: è probabile, anzi è certo, che anche r1egli Stati Uniti gli uccisori di Robert Kennedy e di Martin Luther King saranno condannati a morte. Qui non sai se apprezzare maggiormente la cultura giuridica, l'informazione politica, la sensibilità o la logica dei « giovani italia11i ». I quali, in primo luogo, mo,strano di ignorare che Panagulis è stato processato e condannato a morte non già per (tentato) omicidio, ma per complotto contro il regime. In secondo luogo, sembra che essi non facciano distinzione tra un omicidio portato a termine, e un tentato omicidio. In terzo luogo, mettono arbitrariamente in rapporto un fatto accaduto (la sentenza contro Panagulis) con un fatto non accaduto (la sentenza contro gli assassini di Kennedy e di King). E finalmente - last not least - ignorano bellamente l'importanza, anche sul piano giuridico, dei moventi; per cui l'assassino del piccolo Lindbergh non sarà mai posto st1llo stesso piano di chi uccida, poniamo, per salvare un bambino dalle grinfie di un sadico. Se poi si vuoil rimanere nell'ambito degli omicidi politici, è lecito ricordare che il giudizio della storia è duro con gli uccisori di un Lincoln o di un Gandhi, ma non lo è nei confronti di un Bruto (e sì che la statura di Giulio Cesare era di gran lunga superiore a quella di t1n moderno « colonnello »). Comunque, procediamo. Come si è detto, il manifestino prevede che gli assassini di Robert Kennedy e di Martin Luther King saranno condannati a morte. Ma la chiaroveggenza dei « giovani italiani » non si ferina a questo. Essi profetizzano con bella sicurezza che, dopo la sentenza dei Tribunali amerioani, i comunisti scenderanno ancora una volta in piazza; questa volta, però, non per invocare clemenza, ma, al contrario, per reclamare l'esecuzione della sentenza di morte. Per quale motivo, si sarà ingenuamente chiesto qualche lettore del volantino, i comunisti dovrebbero comportarsi così bizzarramente? La risposta è tra le righe. Non può essere che quella. Sia Robert Kennedy che Martin Luther King erano comunisti: di qui i due pesi e le due misure. Stupido, dunque chi si fa strumentalizzare dai comunisti in difesa di Panagulis, il sicario dei comunisti. Stupido il Papa. Stupido U Thant. Stupidi tutti gli uomini di governo che h;anno deplorato la sentenza di Atene. Stupidi, soprattutto, per non avere chiesto lumi ai· « giovani italiani»: si sarebbero risparmiati una gran figuraccia. (Ma stupidi anche i « colonnelli» a lasciarsi intimidire dai comunisti e dagli alleati dei comunisti, q11ando· tutto il popolo greco, come ha dimostrato il referendum, è dalla loro parte). Perché ho voluto riportare, in sintesi, il contenuto del manifestino stampato dalla « Giovane Italia» e diffuso tra gli ·studenti di un liceo (e forse .49 Bibliotecaginobianco

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