Rosellina Balbi Il «sicario» di Atene e il teppista di Napoli Nei giorni in cui si susseguivano in tutta Europ 1 a le manifestazioni di protesta e di sdegn·o per la condanna a morte di Alek~andros Panagulis e si moltiplicavano gli ap·pelli diretti al Governo di Atene perché quella condanna venisse commutata in altra più mite, i « co1lonnelli » deb·bono essersi sentiti molto soli. Che i Governi, ,le forze politiche, gli uomi,ni di sinistra fossero contro di loro, no-n li poteva certamente stupire; e nep,pure poteva stupirli l'atteggiamento assunto dai loro alleati della Nato, trattandosi di governi di paesi democratici. M·a, a quel che sembra, voci di solidarietà con il regime greco non si •sono levate neppure tra i neonazisti tedeschi o tra i franchisti sp·agnoli; il che, naturalmente, non significa che neonazisti e franchisti abbiano deplorato la condotta dei « colonnelli», ma soltanto che la generale esecrazione seguita alle notizie giunte da Atene - non solamente la condanna di Panagulis, m·a le orribili tojrture inflitte ai prigionieri politici - ha consigliato agli amici internazionali dei « colonnelli» un prudente riserbo. E tuttavia, un'eccezione vi è stata. Neppure a farlo ap-posta, a perdere un'ottima occasione per tacere sono stati i neofascisti ita1 liani. Non ha taciuto, alla televisione, l'on. Tripodi; né ha taciuto l'organizzazione studentesca che porta il nome di « Giovane Italia » (e non si sa se questo nome sia stato scelto per ignoranza sto·rica oppure in omaggio al criterio del lucus a non lucendo, ossia per }',abissale divergenza della « Giovane Italia» di oggi da quella del periodo risorgimentale). Certo si è che i m·anifestini stampati a cura della organizzazione giovanile neofascista · sono degni del massimo interesse: in essi, difatti, risplende luminosa la continuità ideale dei compilatori con la tradizione fascista, tale è l'assoluta mancanza di rispetto p•er la cultura, per l'intel 1 ligenza, e perché n·o? per la lingua italiana. Ho sul mio, tavolo uno di questi manifestini, che è stato distribuito, in un liceo di Napoli nei giorni in cui gli studenti italiani (compresi quelli napoletani) scen·devano in piazza a testimoniare la loro indignazione per la sentenza di Atene. Già il titolo ,del volantino è significativo: « Tanto rumore per un sicario ». Il sicario, naturalmente, è Panagulis. Un uomo il quale si rifiuta di firmare la domanda di grazia, ed anzi dichiara di volere la morte per distruggere moralmente e politicamente la dittatura trionfante nel suo p,aese, non può avere agito, ovviamente, che per danaro. E da cl1i sarebbe stato assoldato, questo killer? Risposta facile: dal sovversivismo internazionale. Per buona fortuna, osservano gli autori del manifestino, il sovversivismo int·ernazionale è straordinariamente inabile; perciò l'attentato è fallito. Quanto allo scopo dell'attentato stesso, si voleva « uccidere come un. cane» il Presiden·te greco; ossia il rap,ppresentante di quel regime che la schiacciante maggioranza del popolo greco - proseguono i « giovani italiani» in un curioso tentativo di mutuare le argomentazioni democratiche - ha mostrato, attraverso il referendum, di gradire. Come si vede, il volantino disdegna di prendere in con-siderazione il fatto 48 Bibiiotecaginobianco
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