Nord e Sud - anno XV - n. 108 - dicembre 1968

... Ugo Leone nostrum no11 desta eccessive preoccup,azioni negli ambienti occidentali. Secondo le ultime valutazio11i della NATO, l'attuale presenza russa 11el Mediterraneo consiste in un incrociatore e tre fregate lanciamissili, quattro cacciatorpediniere, sette sottomarini di cui uno nucleare, trentuno unità leggere e una nave portaelicotteri, la Moskvà. Piì1 che di µna flotta, come si vede, si tratta di una « flottiglia», secondo la definizione ricorrente nell'ambiente della NATO. Una flottiglia che, in caso di conflitto, si potrebbe anche rinunciare ad attaccare frontalmente: « basterebbe - si dice alla NAT'O - abbandonarla al suo destino, al di qua degli Stretti e consentirle di navigare, come un tonno rinchiuso in un'immensa rete, fino all'esaurimento di ogni suo mezzo di sopravvivenza ». Questa tesi è abbastanza logica, m.a è valida fin tanto che il Canale di Suez resterà chiuso, e non lo è comunque per i sottomarini, i quali possono, abbastanza agevolmente, passare senza essere controllati per lo Stretto di Gibilterra. Il Canale di Suez è un po' la chiave della prese11za sovietica nel Mediterraneo ed è per questo che i Russi sono i maggiori interessati alla sua apertt1ra e premono in tal sen•so su Nasser. L'apertura del Canale creerà una realtà nuova; solo allora, secondo noi, i motivi e la portata della presenza sovietica nel Mediterraneo acquisteranno una gravità diversa. Il Mediterraneo è, dunque, punto di incontro di grossi problemi di ordine geografico, econo•mico e politico, che impongono la realizzazione di una seria politica. A questo proposito, l'UEO ha proposto, fra l'altro, l'isti 1 tuzione di una organ-izzazione mediterranea dello svilup·p9, con l'obiettivo di dare aiuti su larga scala ai paesi arabi disposti a consacrarsi pienamente al proprio svi-· lup·po economico e sociale, piuttosto che ad avventure militari. Tale azione dovrebbe essere affiancata da un registro internazionale degli armamenti, allo scopo di evitare il commercio indiscriminato di armi, e da una revisione della politica degli Stretti, regolata ancora dalle vecchie convenzioni di Montreux e Co:stantinopoli. Sono p,ro,poste molto stimolanti, ma, per ora, realizzabili so,lo sulla carta. Sino a quando· non saranno risolte situazioni particolarmente scottanti come quelle di Israele, di Cipro e della Grecia; sino a quando panarabismo signi., ficherà un'addizione di nazionalismi; sino a quando, cioè, non esisteranno le premesse o,biettive e la volo,ntà politica da parte dei paesi interessati di avviare una politica comune di svilup,po economico e sociale al di sop,ra del credo religioso e politico, qualsiasi p1 rogetto di svilup·po o piano economico della FAO o dell'UEO o di qualunque altra organizzazione, non potrà trovare pratica attuazione. . Di conseguenza, fu10 a quando permarrà l'attuale situazione di instabilità, il peso della p1resenza delle due grandi potenze mondiali sarà determinante. Bisogna ripeterlo: solo con il raggiungimento di una stabilità economica e politica i paesi del Mediterraneo potranno uscire dalla tutela sotto la quale attualmente si trovano. UGO LEONE 44 Bibiiotecaginobianco • I

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