Nord e Sud - anno XV - n. 108 - dicembre 1968

I Giornale a più voci I Oggi la politica degli Stretti « ha profondamente mutato di metodi e di impostazione», giuocando un ruolo di importanza secondaria. E ciò in parte per il progresso, tecnologico degli armamenti, per cui uno Stretto può magari chiudersi ad una corazzata, ma non, certo, ad un missile; in parte per l'evoluzione dei trasporti marittimi, p·er cui risulta più economico 1 trasportare il petrolio greggio effettuando il periplo dell'Africa con una superpetro,liera da 200.000 to·nne1late piuttosto che attraverso il Canale di Suez (se aperto) con quattro petroliere da 50.000 tonnellate. Ma vi sono anche altri motivi che giustamente Silvestri mette in luce e che è interessante considerare perché ad essi è anche legata la progressiva sostituzione di potenze nuove, USA e URSS, all'influenza delle potenze tradizionali, Francia e Gran Bretagna. Si tratta di una generale rinuncia delle potenze europee alla politica delle basi: Gibilterra conserva una sua funzione soltanto per il controllo delle navi di superficie, non potendo, altrettanto agevolmente, controllare l'accesso sottomarino al Mediterraneo; i Francesi co11servano in Algeria solo due scali aerei, Reggane e Bou Sfer, dopo aver lasciato le basi di Biserta e Mers-el Kébir; Malta e Cipro stanno per essere progressivamente abbandonate dagli Inglesi; gli Americani lasciano, sollecitati, la base di Idiss Field e gli Inglesi quelle di Tobruk, Bengasi e El Adem in Libia. « Non mancano naturalmente le giustificazioni. La più rilevante dal punto di vista puramente militare consiste nell'entrata in servizio di 1nezzi aerei e navali a larga autonomia, che hanno praticamente rivoluzionato la tradizionale importanza di basi avanzate e di scali. Così le forze francesi sostengono di poter agevolmente controllare il Mediterraneo occidentale da Tolone, e il governo britannico sostiene che è molto più semplice ed economico ricorrere a ponti aerei che ai tradizionali mezzi d'intervento navali» (cfr. S. SILVESTRI, cit., p. 8). Ma vi sono anche motivi piu strettamente politici. Le nazioni che contro,llavano le basi citate, esercitando, attraverso queste, una certa influenza sui paesi nei quali esse erano installate, oggi stanno cedendo il loro ruolo ad altre potenze: agli Stati Uniti e all'Unione Sovietica. Da una parte, infatti, la riduzione delle forze francesi ed inglesi è stata accompagnata da un parallelo aumento della presenza americana, dall'altra la VI e VII flotta americana si trovano di fronte alla nuova realtà della presenza di una flotta russa nel Mediterraneo, presenza che si è andata via via rafforzando all'indomani della guerra dei sei giorni tra Arabi ed Ebrei. Tuttavia, sia gli Stati Uniti, sia l'Unione Soviletica devono ancora trovare una loro politica coerente. I primi, come rileva Silvestri, « hanno di volta in volta assunto posizioni differenti, che li hanno portati a schierarsi ora con questo ora con quel paese, senza riuscire a garantire la· tranquillità dell'area mediorientale»; i sovietici, dal canto loro, pur avendo, sotto certi aspetti, rafforzato i loro rapporti con i paesi arab,i, Algeria, Siria, Egitto e Iraq in modo particolare, « non sono ancora riusciti né a sostituire completamente la tradizionale in-· fluenza occidentale, né a costiituire un sufficiente polo di attrazione p·er coagulare e sistemare quell'area turbolenta». Anche per questo motivo la. presenza pit1 attiva dei Russi nel n1are 43 Bibl'iotecaginobianco

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