Nord e Sud - anno XV - n. 108 - dicembre 1968

·Ugo Leone tica, strategia curato da Stefano Silvestri p·er conto dell'IAI e edito dalla Società editrice Il Mulino di Bologna; un « atlante», come lo definisce l'autore, che « intende fornire alcune informazioni sch·ematiche e -di facile lettura sulla bilancia economica, militare e politica dell'area mediterranea ». Dobbiamo dire che tale intento è pien•amente raggiun:to e che, anche attraverso la raccolta di importanti documenti, Silvestri ci offre un quadro molto più che « schematico » della situazione geografica e politica dell'area in esame. Dal punto di vista geo-politico il Medit·erraneo si presenta diviso in quattro gruppi: 1) quello costituito dai paesi dell'Europa meridionale e da Israele; 2) quello dei paesi arabi del Vicino e Medio Oriente; 3) quello dei paesi musulmani non arabi, Iran e Turchia; 4) qu,ello dei paesi nord-africani, Maghreb e Libia. Una simile pluralità politica, culturale e religiosa presenta naturalmente una difficile coesistenza fra i paesi, ed « è soggetta a forti interessi internazionali i cui apparati direttivi si trovano, n1 ei paesi industriali europei e nordamericani» (cfr. P. GEORGE, cit., p. 142); ma anche, ci pare si debba aggiungere, nell'Unione Sovietica, il cui peso, come vedremo, si è venuto enormemente accrescendo nel Mediterflaneo. È evidente che un siffatto stato di cose è causa di crisi e tensioni. Crisi disparate, ma, come _rileva Silvestri, « se... si vuole ricercare un comune denominatore, possiamo riscontrare che in ogn,una di esse, in grado maggiore o in grado minore, e comunque in maniera crescente mano· a mano che si procede nel tempo, sono coinvolte direttamente, militarmente o diplomaticamente, le massime. potenze». Per clii le frequenti crisi che scoppiano· nel bacino del Mediterraneo si allargano, spesso, al punto da. porre in pericolo la pace internazionale. Dal problema greco a quello di Cipro, dalle crisi coloniali a quelle dei Balcani, da quelle interne dei paesi arabi a quelle di qt1esti ultimi con lo Stato· di Israele, al problema degli Stretti, vi è tutta t1na lunga storia da scrivere sull'argomento. Per non parlare degli altrettanto frequenti stati di tensione, di quell'insieme, cioè, 'di « elementi storici, geografici o politici che provocano o possono provocare seri contrasti tra due o p-iù paesi: ad esempio l'esistenza di minoranze ungheresi in Romania, o l'esistenza di rivendicazioni territoriali greche verso l'Albania» (cfr. S. SILVESTRI, cit., p. 92). Sorvolando sulla ormai ventennale crisi fra Arabi ed Ebrei, per avere già più volte trattato Vargomento in altre occasioni, ci p·are che sia interessante fermarci a considerare l'evoluzione subita dalla politica degli Stretti, cl1e pure fino a tempi recenti veniva strettamente associata alla cosiddetta « questione mediterranea». 11 Mediterraneo p·resenta trie accessi: due sono naturali, Gjbilterra e Dardanelli, il terzo, Suez, è artificiale (è stato costruito giusto un secolo fa). Politicamente, Gibilterra è sotto controllo inglese; i Dardai1elli, il cui uso è regolato dalla convenzione di Montreux, si trovano sotto la sovranità turca; Suez, infine, nazionalizzato nel 1956 dal governo egiziano, è teoricamente rego1ato dalla Co,nvenzione di Costantinopoli del 1881. 42 Bibiiotecaginobianco

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