.... .. Ugo Leone quattro sub-regioni (cfr. FAO, Projet de développernent 111éditerranéen; Roma 1959): una zona arida, una semi arida, u·na terza semi umida e un'ultima umida, le cui denominazioni, come è intuibile, sono date dal diverso andamento climatico e pluviometrico dei territori in esse compresi. Come si vede, ancl1e nei paesi del Mediterraneo c'è• un Nord e un Sud e non solo in termini geografici: da una parte i paesi dell'Europa meridionale e Israele; dall'altra, l'Africa settentrionale e il Vicino e Medio Oriente. Ma se gli ostacoli naturali hanno a,ruto un ruolo determinante nell'esistenza di sensibili differenze tra i paesi del Mediterraneo e quelli dell'Europa continentale, e, nell'ambito della stessa regione in esame, tra paesi del « Nord» e paesi del « Mezzogiorno», oggi questa sorta di determinismo geografico, pur costituendo una fonte di difficoltà, non è più un fattore di in1pedimento a·ssoluto allo sviluppo economico e sociale del Mediterraneo. « Oggi, certo, non è possibile costruire qualsiasi cosa in qualsiasi posto, ma è possibile costruire qualco,sa dovunque si possano portare uomini, acqua, una strada, petrolio ed elettricità: il che significa in qualt1nque zona abitabile» (cfr. J. F. GRAVIER, L'aménagernent du territoire et l'avenir des régions françaises, Flammarion, Paris 1964, p. 23). È, quindi, chiaro che l'insufficienza di infrastrutture e il lento can1mino dell'industrializzazione non sono più imputabili a servitù geografiche, ma a cause essenzialmente umane: « indifferenza o incapacità dei dirigenti politici, asse112a di programmazio,ne eco .. nomica, scarsa p,reparazio 1 ne dei quadri ». Questo discorso vale ·soprattutto per la possibilità di industrializzare zo,11e sempre più vaste della superficie terrestre. ·Per quanto riguarda, invece, l'agricoltura - che costituisce la maggio-re e in molti casi unica riso,rsa dei paesi mediterranei -, le condjzioni ambi•entali giocano sempre un impo·rtante ruolo nel limitarne lo sviluppo, « handicappata » come essa è dalla debolezza e irregolarità delle piogge, dal rilievo accidentato e dalla povertà dei suoli. Ciò vale, ancora una volta, soprattutto per le ,zone africana ed asiatica, dal momento, che l'economia agricola dei paesi europei si può considerare in netto progresso, grazie alla estensione dell'irrigazione e alla conseguente specializzazione delle colture. Lo sviluppo dell'irrigazione, per la varietà delle colture che consente, è il più importante dei fattori capaci di accrescere il rendimento dei terreni agricoli. Naturalmente, l'irrigazione co·mpo,rta il reperi'mento di notevoli quantitativi di acqua che, specialmente nelle zone arida e semiarida, sono particolarmente problematici. Bisogna, pertanto, profittare al massimo delle risorse: quando è la terra che impone dei limiti si dovrà tendere al massimo rendimento per unità di superficie; quando i limiti sono posti dalla mancanza di acqua bisognerà tendere al massimo rendimento per unità volumetrica d'acqua. È in queste terre soprattutto che si pongono i problemi della installazione di impianti di diss~lazione delle acque salmastre e di un uso p,iù razionale delle risorse esistenti con l'utilizzazione di tecniche più moderne. Ma, in attesa che si renda possibile l'utilizzazione di maggiori quantità di acqua, non è detto che le zone in cui questa manca siano condannate a morire, come è ampiamente dimostrato· dagli importanti progress.i 40 -.. Bibiiotecaginobianco
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