Nord e Sud - anno XV - n. 108 - dicembre 1968

Note della Redazione una condizione indispensabile ai fini del coordinamento intersettoriale e territoriale; perché senza questo coordinamento, la programmazione regionale è impossibile, o quanto meno difficilissima. Valga questa nostra impostazione del discorso sulle competenze regio•nali nel settore delle opere pubbliche come primo approccio ai fini di un approfondimento per il quale, del resto, il convegno di Sorrento - di cui riferisce più, aventi, in questo· stesso numero della rivista, un'interessante n•ota di Marinella Balestrieri Terrasi fornisce ulteriori spunti. La sistemazione idrogeologica Dopo il Polesine, la Calabria, la Sicilia, il Salernitano, la Toscana e il Veneto è stata la volta del Piemonte. È la solita storia che si ripete ad ogni inizio di novembre. Due anni or sono, subito dopo le disastrose alluvioni che sconvolsero vaste zone dell'Italia centro-settentrionale, pareva che, dopo anni di quasi totale indifferenza al problema della sistemazione idrogeologica del territorio, qualche cosa dovesse muoversi; ma, come d'abitudine nel nostro paese, erano stati necessari oltre 100 morti, 500 miliardi di danni e lo sconvolgimento di città come Firenze, Venezia e Grosseto prima di prendere pien~ coscienza di quanto grave e pressante sia il problema della protezione e conservazione del suolo. In realtà quel pedaggio non era sufficiente e quest'anno si sono dovuti registrare altri 100 morti, insieme con la distruzione di fiorenti economie, come quelle del Biellese e del Vercellese, valutabile, in ter1nini di occupazione, in circa 12.000 posti di lavoro. Ma a che cosa è servito questo prezzo pagato ai ben noti trabocchetti che la natura ha inventato sul nostro territorio? I risultati, almeno quelli immediati, sono i soliti: lagrime, sottoscrizioni, decreti legge. Il tutto per cercare di ricostruire quanto piogge più abbondanti della media hanno distrutto e per tirare avanti sino alle prossime. Ma il problema resta sempre in piedi d.a anni, aggravato, anzi, dal passare degli anni: la sistemazione idrogeologica del territorio. Certamente ai «politici» non si possono imputare fenomeni atmosferici particolarmente avversi; tna è una precisa responsabilità di tutti i governi che si sono succeduti in cento e più anni di Unità d'Italia l'avere sempre, sistematicamente, trascurato il problema che va, invece, senza indugi affror1tato ed alla radice. Stanziamenti insufficienti, provvedimenti contingentì sono palliativi che servono solo a preservare, per qualche tempo, le zone colpite, mentre è tutta l'Italia che è annualmente esposta, ad ogni inizio d'autunno, ai disastri che hanno colpito recentemente il Pie1nonte e meno recentemente altre regioni. 36 Bibiiotecaginobianco

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