Giorgio La Malfa Alla luce delle considerazioni esposte si potreb·be concludert. che gli aumenti di p-roduttività operaia saranno prevalenteme·nte concentrati nelle fasi di re-cessio.ne eco·nomica. In questo caso, poiché negli anni tra il 1956 e il 1963 si è verificato u~ rapido •aumento della ·pro·duttività op·eraia, oltre eh-e della produzione industriale, potreb1be essere sostenuto da qualcuno che la tripartizione temporale da noi delineata per l'e·conomia italiana è contra·ddetta proprio dai dati sulla produttività del lavoro. È chiaro che si tratta di una osservazione critica assai rilevante, che merita una attenta considerazione. Su tale questio.ne se ne innesta un'altra, ·che è quella di in,dividuare per quale causa, negli anni del cosiddetto 1niracolo economico, lo svilup,po industriale italiano non si sia esteso all'Italia meridionale e sia rimasto sostanzialmente •concentrato nelle zone di più antica industrializzazione. Come vedremo subito, qu·esti due problemi sono strettame·nte co·nnessi. Cominciamo dal secondo·: sarebbe stata possibile una politica di rapida industrializzazione del Mezzogiorno negli anni tra il 1956 e il 1963? Perché essa non si è realizzata spontaneamente?• Una soddisfacente rispo·sta a queste doman·de non può e-ssere basata esclusivamente su un'analisi delle insufficienze ,della politica degli incentivi, su cui si è disct1sso ampiamente in questi anni; ma ha come elem·ento costitutivo l'analisi delle caratteristiche degli investimenti nel periodo 1956-1963 che abbiamo fatto nelle pagine precede11ti. Co·minciamo con l'osservare che l'inferiorità eco·nomica d·elle localizzazioni degli investimenti industriali nell'Italia meridionale è dovuta a due cause concomitanti. In prin10 luogo, la localizzazione nelle, aree meridio·nali del 11ostro paese presenta, risp.etto alla lo,calizzazio·ne nelle aree settentrionali, costi sociali più elevati per effetto di inefficienze ,dei servizi pubblici, di minori infrastrutture sociali e co·sì via. In secondo luo·go, gli investimenti nel Mezzogiorno sono ostacolati dall'esistenza, nelle zone di più antica industrializzazione, di quelle che potremmo chiamare economie di scala, cioè dal fatto che gli impianti costruitj nelle zone già industrializzate rappresentano delle repliche di impianti precedentem,ente es.istenti e possono godere di econo.mie di costi derivanti dalla giustappo-sizione di nuove unità produttive a quelle già in o·pera. Ciò naturalmente non avviene nelle zone del M·ezzogiorno, per le quali gli investimenti di capitale fisso danno luo•go a impianti completament,e nuovi che si inserisco·no in un.a realtà da cui l'industria 1nanifatturiera era precedentemente assente. 10 Bibliotecaginobianco
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