·' ... I Recensioni fare aperto e problematico (Semerari, Santucci, Moscato), altri ad un marxismo non scolastico, ma nemmeno sfumato ed incerto (A. Plebe, P. Rossi); i cattolici, dal canto loro, pur essendo tutti interessati ad una filosofia di tipo spiritualistico, si differenziano per un diverso atteggiamento nei riguardi della cultura moderna - e dell'illuminismo in particolare - sicché possiam·o dividerli in una « destra», che accetta il molto discutibile giudizio del Rosmini sull'illuminismo ( « Avvi una certa affettazione di chiarezza ch'io piuttosto direi di superficialità della quale chi ne volesse esempio potreb·be trovarla negli scritti di Locke, e vieppiù in quelli di Con.dillac, co·me tutta la loro scuola, la quale tiene un linguaggio che pare cl1iarissimo, e che permette di rendere dotti con lieve fatica, ma che non lascia finalmente nell'animo che una povertà estrema con un'immensa presunzione di sapere e con una pure immensa temerità di pronunziare » ), e in u·na « sinistra » che, se talora non è parca di critiche nei confronti del pensiero moderno, tende tuttavia a ricondurne la complessa prob,lematicità nell'ambito di esigenze specu,lative non sistematiche, ma nepppure banali. C·ome scrive lucidamente B. Bianco, « è certamente vero che l'età dell'Illuminismo è contrassegnata, in Germania, come in Francia, come in Inghilterra, dall'assenza di costruzioni sistematiche e da un generale clima antimetafisico, o comunque di modesta originalità teorica. E tuttavia la vitalità ·di una cultura non può essere misurata soltanto alla stregua degli interessi sistematici e metafisici: contano anche .Ja p,assione morale e poli,tica, la vivacità del dibattito, la_capacità di -penetrazione in ceti sociali via via -più ampi. Da questo allargato punto di vista, l'Aufkliirung si presenta con le carte in regola p·er essere chiamata una ·grande stagione culturale» (vol. XV, pag. 1360). Se è vero, tuttavia, che la grande diversità di collaborazioni rende la « Grande Antologia Filosofica » un'opera molto discon,tinua, è anche vero che le sezioni curate dai laici e dai cattolici di « sinistra » - nel senso chiarito poco sopra - rappresentano, per esprimerci in linguaggio dozzinale, un buon settantacinque per cento dell'intera opera e costituiscono, pur nella divergente orientazione filosofica, un valido terreno d'incontro e di dialogo per due culture, che potrebbero collaborare con· reciproca utilità non in vista .di un'equivoca e confusa « repubblica conciliare» delle lettere, ma ai fini di t1[l approfondimento culturale e storico di taluni temi, atto a fornire alle civili contendenti armi speculative più critiche e consapevoli della validità t,eorica e dei limiti delle recip,roche esigenze. Passando rapidamente in rassegna l'immensa bibliografia sul pensiero moderno e dopo essersi soffermato in particolare sulle interpretazioni generali che i neo-idealisti, i kantiani, i cattolici (tomisti e spiritualisti) diedero in passato .dell'illuminismo, Schiavone rileva, all'inizio del p·rimo dei volumi in esame, il XII, la stanchezza di una querelle che ha esaurito, ormai, il suo compito storico. « La più recente storiografia, rileva pertanto, è orientata da criteri sensibilmente diversi, sorti in parte per il disagio e la stanchezza verso gli eccessi teoretici del passato. Essa afferma la irrinunciabilità del rispetto del dato e sovente proclama il rifiuto•di ogni princi,pio interpretativo . . 111 , Bibiio.tecag inobianco ' .
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