Nord e Sud - anno XV - n. 108 - dicembre 1968

.. Aldo Canonici mente nella vita futura in azienda dell'uomo, e basterà sostituire - pur con le opportune cautele - al termine << genitore » quello di « capo» e al termine « bambino» quello di « dipendente ». Aggiun.giamo - perché il quadro risulti completo - che come il mondo influenza lo sviluppo della persona, così le persone attraverso la loro particolare ·percezio,ne influenzano il mondo, che diviene un mondo soggettivo: il senso di calore o di freddo dipendo·no da noi, non dal termometro, suggerisce Leavitt. Nella seco,nda parte del volume l'analisi si -sposta dal singolare al plurale e investe i rapporti tra due persone e gli sforzi che ciascuno di noi fa per influenzare e modificare il comportamento altrui. Lo strumento di cui ci si avvale è la comunicazione, un tema cui Leavitt ha dato un notevole contributo. Ricorderemo, ad esempio, la distinzione tra comunicazione ad una via e comunicazione a dop,pia via. Supponiamo di voler trasmettere ad un grupp·o di persone le istn12ioni necessarie ad eseguire un disegno geometrico, formato ad esempio da un susseguirsi di rettangoli simili a pezzi di domino·. Se l'esperim.ento si basa sul concetto della comunicazione ad una via, volteremo le spalle all'udito,rio ed agli ascoltatori non sarà permesso interromp,erci con domande e con richieste di chiarimenti. Seguiranno la nostra serie di istruzioni cercando di riempire 11n foglio bianco in base a quanto 1 noi cerchiamo di trasmettere. Nel caso in cui volessimo invece adottare una comunicazione a più vie, potremo dare le necessarie spiegazioni guardando gli ascoltatori ed essi potranno interromperci e fare le domande ch·e vogliono, al momento che ritengono più op,portunq. In condizioni sperimentali riscontreremo che con le comunicazioni ad una via il processo è più rapido e ad un osservato,re esterno apparirà più ordinato. La comunicazione risulterà però - nella precisione del disegno eseguito - molto· meno accurata. Avremo· così sacrificato l'essenza della comunicazione stessa alla velocità ed alla forma}ità delle app1 arenze. E ciò perché chi ha l'opportunità di fare domande p•uò verificare quanto ha co.mpreso di un determinato argomento, chiarirsi i punti oscuri, eliminare subito ogni incertezza. Esistono sostanzialmente tre metodi per influire sul comportamento altrui: l'autorità, la manipolazione e i modelli collaborativi. Nel caso dell1autorità, siamo di fronte a un sistema i cui limiti appaiono sempre più chiaramente: quan·do cerchiamo di ottenere qualcosa in maniera autoritaria rischiamo sp.esso di ottenere solo il minimo indispensabile e di provocare invece nel nostro interlocutore una tale carica di frustrazione e d_i aggressività ·da rendere gli svantaggi dell'uso molto superio,ri ai benefici. L'autorità è inoltre un processo irreversibile, per cui non è facile andare a bere un bicchiere con la persona che abbiamo appena punito, né punirla dopo essere stati insieme a bere. · La manipolazione è il modello tipico con il quale si cerca di fare in modo che le persone pensino di avere avuto spontaneamente le idee che invece sono state loro suggerite: il modello - dice Leavitt - con il quale 108 Bibiiotecag inobianco

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